I missionari laici genovesi: 40 anni d'amore per il cuore dell'Africa

Il traguardo del gruppo Zambia 2000 celebrato il 6 novembre dall'Arcivescovo Tasca

Diego Pistacchi 01/11/2024
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Il primo viaggio in Zambia nel 1984

Era un villaggio senza niente. Mancava tutto, a cominciare dal cibo, dall’acqua potabile. Medicinali, scuole, addirittura un ambulatorio che potesse assomigliare a un ospedale erano cose inimmaginabili quando sono arrivate le suore missionarie nel cuore dello Zambia. Hanno iniziato a costruire quello che potevano, ma avevano bisogno di un supporto, anche economico e materiale.

È una storia di quarant’anni fa quella che festeggia adesso il gruppo missionario Zambia 2000. Una comunità che si è formata nella parrocchia di San Francesco d’Albaro, si è allargata con il passaparola, ha raggiunto tanti amici in diversi quartieri, e ha iniziato a mettere insieme quello che si poteva per mandare un aiuto concreto alle suore missionarie.

Un percorso fatto di tante collaborazioni spontanee che hanno il profumo della Provvidenza e che azzerano la distanza tra Genova e lo Zambia. Perché grazie al sostegno della famiglia Messina viene ad esempio risolto il problema del trasporto del materiale raccolto. Sulle navi della compagnia, appena completati, trovano posto i container destinati alle missioni francescane nel cuore dell’Africa. Ma il gruppo Zambia 2000 non è solo un centro di aiuto a distanza. Il rapporto con le suore si fa sempre più stretto grazie ai viaggi di alcuni padri cappuccini e di diversi laici, che partono da Genova per portare in prima persona gli aiuti, per prendere contatti con gli stessi abitanti dei villaggi. Giorgio e Simonetta Mazzetti sono da quarant’anni il simbolo e l’anima di questo gruppo, organizzatori infaticabili, testimoni diretti di quello che nello Zambia è sorto grazie anche al contributo di Genova. Le foto ormai ingiallite del primo viaggio di Giorgio aprono l’album dei ricordi del gruppo, ma sono anche un prezioso punto di riferimento per verificare che il tanto lavoro fatto a migliaia di chilometri di distanza è stato tradotto in fatti concreti.

Nella comunità di San Francesco d’Albaro le iniziative sono sempre state tante. Ogni anno una cena missionaria consente di raccogliere fondi ed è soprattutto un appuntamento per non perdere i contatti del gruppo (la prossima sarà il 29 novembre all’Istituto Marco Polo). È stato realizzato un sistema di adozioni a distanza per donare ai bambini e alle loro famiglie cure e istruzione. Qualche anno fa il «Progetto Nsoka» (che in zambiano significa serpente), ha collegato idealmente San Francesco d’Albaro alla cattedrale di San Lorenzo con una lunga e ininterrotta striscia di biglietti da 5 euro destinati ovviamente allo Zambia. Oggi sono diversi i villaggi in cui operano le suore. Sono attive le missioni di St. Kalemba, con un centro nutrizionale, una scuola e un ambulatorio per figli di malati di Hiv; di Mt. Carmelo Kapombo, ancora con un centro nutrizionale e due scuole per bimbi orfani; di Ndola, con un progetto di istruzione per 4 giovani meritevoli ma senza risorse; di Chililabombwe, che garantisce cibo ai malati di Aids. Progetti fondamentali cresciuti in questi 40 anni di Zambia 2000. Un traguardo che verrà celebrato il 6 novembre con una santa messa celebrata dall’arcivescovo Marco Tasca alle 18 a San Francesco d’Albaro.

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