La chiusura della campagna elettorale è col botto. Oggi a Genova scenderanno in campo i big dei due principali schieramenti.
La sinistra prova a prenotare la piazza, facendo la danza della pioggia per potersi giocare la scusa del piano B in caso di flop. L’appuntamento dell’alleanza di Andrea Orlando sarebbe in piazza Matteotti alle 17,30 con Elly Schlein, segretaria del Pd, con Giuseppe Conte sempre più capo unico del M5S, con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli leader di Avs ed Elena Bonetti a fare le veci di Carlo Calenda per Azione.
La grande sala dell’Auditorium dei Magazzini del Cotone vedrà invece i big del centrodestra, dalla premier Giorgia Meloni (FdI) ai due vice Antonio Tajani (FI) e Matteo Salvini (Lega), da Maurizio Lupi (NM)a Stefano Bandecchi (AP) a sostegno di Marco Bucci.
Ma sul campo (un tempo largo) già intriso di problemi, si è abbattuto ieri un fortunale. Le anticipazioni del libro di Bruno Vespa, in uscita il 30 ottobre, confermano il «licenziamento» di Beppe Grillo da parte diAntonio Conte. Il nuovo capo pentastellato ha cacciato il fondatore, gli ha tolto il ruolo di garante e persino lo «stipendio». Pur se «uno vale uno», per chi ha creduto nella stagione della politica antisistema a cinque stelle, Grillo vale un po’ più di uno. Era rimasto l’ultimo baluardo, l’ultimo simbolo di ciò in cui avevano creduto e che il M5S ha tradito. Problemi interni?Rischio astensionismo? Genova ancora una volta rischia di essere laboratorio politico, e non solo perché qui tutto è nato. Ma perché qui ci sono le basi perché tutto finisca. O rinasca, a seconda dei punti di vista.
Il voto di questo fine settimana per le regionali offre infatti agli elettori che avevano creduto in Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio un ritorno al passato. In campo c’è infatti Nicola Morra, candidato presidente per «Uniti per la Costituzione», già senatore Cinque Stelle. Uno che non si offende a sentirsi dire «grillino». E che oggi commenta gli eventi.
«Il ricordo del Movimento è sempre più sbiadito, sento la rabbia per non essere riusciti a cambiare le cose quando si poteva. Ormai questo è solo e sempre più il partito di Conte. Non più il Movimento, non più alternativo ai due poli, ma una stampella del Pd», osserva amaro. Come il M5S, a Genova è nato «Uniti per la Costituzione», con Mattia Crucioli, altro ex parlamentare fuoriuscito, che ha conquistato un seggio in Comune. Ci sarà il bis questa volta in Regione?«La soglia in Regione è al 3%. A Genova, che rappresenta metà dell’elettorato, abbiamo raggiunto il 3,8%, io sono stato eletto a Vado Ligure, lo stesso Morra è vicesindaco a Santo Stefano d’Aveto: l’obiettivo non è impossibile - confida Morra -. E non a caso questa elezione ha grande valenza nazionale. Molti ci stanno chiedendo di poter usare il nostro simbolo in altri territori». Ex pentastellati? «I nostri attivisti sono tutti delusi che sperano di ritrovare quei valori. Lo spazio c’è. Noi li rappresentiamo». Dopo aver cacciato Italia Viva, Conte ha cacciato dalla coalizione di Orlando anche i grillini. Lo spazio che si allarga per Mora è lo stesso che si stringe per Orlando.