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Ex Ilva, l’Europa dà il via libera al «prestito ponte»

Una boccata d’ossigeno per l’impresa, che conta tre importanti siti in Piemonte e uno in Liguria

14/07/2024
Immagine Foto cirio chiorino e urso.jpg - {Immagine Foto cirio chiorino e urso.jpg} - [1989]
Il via libera dell’Unione Europea al «prestito ponte» da 320 milioni di euro in favore dell’ex Ilva regala una boccata d’ossigeno alle casse in difficoltà di Acciaierie d’Italia, posta dal governo in amministrazione straordinaria a febbraio scorso dopo il mancato accordo con ArcelorMittal sull’aumento di capitale.
La lettera di Bruxelles, spiega il Mimit, esprime una valutazione positiva sui termini del prestito, che prevede un tasso di interesse annuo dell’11,6%.
Questa conferma, sottolinea il ministero, «attesta la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell’azienda di restituire la somma in tempi congrui e senza configurarsi come aiuto di Stato».
Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso «siamo sulla strada giusta, non credo che fosse facile soltanto immaginarla». Poi aggiunge: «Abbiamo avuto una notizia importante e significativa, che ci conforta, perché la Commissione ha dato il via libera al ‘prestito ponte’, quindi nel contempo ha confermato che il piano industriale di rilancio dei commissari dell’ex Ilva è tale da consentire la restituzione del prestito ponte nei tempi dovuti con un tasso di interesse piuttosto significativo».
I fondi statali daranno ossigeno temporaneamente alle casse aziendali, ora però deve entrare nel vivo la fase del rilancio e la riconversione per dare un futuro al polo siderurgico, con il suo cuore a Taranto, ma con tre importanti stabilimenti in Piemonte (Novi Ligure, Racconigi e Gattinara) e uno in Liguria (Cornigliano).
Da tempo l’impianto pugliese funziona solo parzialmente e a fine aprile i commissari hanno presentato una bozza di piano industriale che prevede l’obiettivo di produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio annue e la realizzazione entro il 2027 di due altoforni elettrici per sostituirne altrettanti.
Servono però risorse e un partner industriale forte. A inizio giugno gli indiani di Vulcan Steel e di Steel Mont hanno visitato gli impianti pugliesi e liguri di Acciaieri d’Italia in As.
Sarebbero potenzialmente interessati anche il gruppo ucraino-olandese Metinvest e i canadesi di Stelco. Nei prossimi mesi si comprenderanno meglio le loro reali strategie industriali.
I sindacati chiedono quindi di riprendere subito il Tavolo di crisi a Palazzo Chigi: il ministro Adolfo Urso avrebbe parlato della possibilità di un incontro già entro il prossimo mese di agosto per siglare l’accordo sulla ripartenza.
«Bene l’approvazione da parte della Commissione Europea del ‘prestito ponte’, ma queste risorse non sono però sufficienti in considerazione delle condizioni in cui si trovano gli stabilimenti Ex Ilva», specifica Loris Scarpa, il coordinatore nazionale Siderurgia per la Fiom Cgil.
«Da quando è stato annunciato il prestito ponte sino a oggi – spiega – è passato troppo tempo. Adesso occorre capire quando le risorse saranno nelle reali disponibilità dei commissari straordinari. Gli impianti di tutti gli stabilimenti ex Ilva non possono più continuare a restare fermi e sono ora necessari degli interventi per le manutenzioni ordinarie e straordinarie».
Il segretario della Uilm, Rocco Palombella, argomenta così: «Adesso ci sono le condizioni per la convocazione del Tavolo a Palazzo Chigi, che abbiamo richiesto già da settimane, per riprendere la discussione con il governo sulle prospettive dell’ex Ilva, sul piano industriale e di ripartenza, sulle ulteriori risorse da mettere a disposizione dei commissari, sull’occupazione e sull’annunciato bando di gara».
«Il via libera della Commissione Europea al prestito ponte di 320 milioni di euro per Acciaierie d’Italia è la notizia che aspettavamo ed è la conferma che la strada intrapresa dal Governo Meloni è quella giusta: il piano industriale per l’ex Ilva predisposto dai commissari è sostenibile e ora il Governo può proseguire nel percorso di rilancio degli stabilimenti del gruppo che in Piemonte dà lavoro a oltre 600 persone, oltre all’indotto» – lo dichiarano in una nota congiunta Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ed Elena Chiorino, vicepresidente e assessora al Lavoro della Regione.
«Da poco abbiamo fatto il punto con il ministro Urso – aggiungono – sulla situazione degli stabilimenti di Novi Ligure, Racconigi e Gattinara e gli abbiamo consegnato il documento condiviso con gli enti locali e le rappresentanze dei lavoratori per ribadire la priorità alla definizione di un piano industriale e contestualmente dell’attivazione dell’integrazione salariale. Crediamo fortemente che l’ex Ilva possa ripartire: questa notizia è il primo indispensabile step verso la tanto auspicata ripartenza, attesa da tutti i lavoratori e le lavoratrici».
«La situazione che si sta determinando ha conseguenze negative per gli impianti, per i lavoratori e le lavoratrici e per il futuro del più grande gruppo siderurgico italiano. È necessario un concreto Piano di ripartenza scandito da tempi certi. Servono risorse per le produzioni e interventi di manutenzione che garantiscano la necessaria sicurezza dei lavoratori. Servono fatti, non c’è più tempo per le parole» – avevano affermato in una nota Fim, Fiom e Uilm di Alessandria, dopo l’ultima riunione a Novi Ligure in merito alla situazione dell’ex Ilva.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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