La città di Sanremo e la Rai hanno finalmente raggiunto un accordo per mantenere il Festival di Sanremo nella sua sede storica, smentendo le voci di un possibile spostamento in altre città come Torino o Napoli. Nonostante le trattative siano state lunghe e complesse, le due parti hanno riconosciuto l’importanza di un legame che dura da 75 anni. L’accordo è stato un esito quasi inevitabile. La Rai, pur minacciando di cercare sedi alternative, sapeva bene che il Festival è l’evento televisivo più redditizio dell’anno, capace di generare enormi introiti pubblicitari e di rilanciare l’intero palinsesto. Spostarlo avrebbe significato perdere non solo un marchio storico, ma anche una certezza economica. Dal canto suo, il Comune di Sanremo ha fatto leva sulla sua posizione irrinunciabile. Il Festival non è solo un evento, ma il motore di una vasta economia locale. La minaccia di un «piano B» da parte della Rai ha servito a mettere sotto pressione l’amministrazione, ma ha anche dimostrato quanto la città dipenda dalla kermesse. Il negoziato non è stato una passeggiata. Oltre alle richieste economiche del Comune (che includevano 6,5 milioni di euro all’anno e una percentuale sugli introiti pubblicitari), il vero ostacolo era di natura legale: conciliare il format moderno creato dalla Rai con il marchio storico del Festival, che è di proprietà del Comune. Dopo lunghe discussioni, si è raggiunto un’intesa che garantisce sia la continuità dell’evento che la tutela dei diritti legali.