Mille firme dei pazienti per riavere la chirurgia oncologica robotica al San Martino

Una petizione on line lanciata da una dentista di Busalla raccoglie in pochi giorni le adesioni

Monica Bottino 02/05/2025
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Il robot Da Vinci, al San Martino, viene oggi utilizzato moltissimo dai chirurghi urologi, ma avrebbe potenzialità enormi anche sui tumori colon-retto

Una petizione on line laciata su Change.Org, ha raccolto in pochi giorni, e senza molto clamore, oltre mille firme. Un piccolo fiume di persone che, solo con un po’ di tam tam, hanno deciso di sottoscrivere la richiesta per un risanamento della sanità cittadina e ligure. «Ospedali come San Martino di Genova, un tempo simboli di eccellenza, oggi sono diventati luoghi di sofferenza, disorganizzazione e abbandono - si legge -. Reparti chiusi senza spiegazioni, medici e infermieri costretti a lasciare, pazienti lasciati ad aspettare cure che non arrivano». La promotrice della petizione, che ha raccolto duecento firme solo tra i suoi pazienti, è una dentista di Busalla, Enrica Poggio. La quale ha ascoltato negli ultimi anni le preoccupazioni di suoi pazienti, spesso malati oncologici, che non hanno trovato nel più grande ospedale della Regione l’attenzione che sarebbe stata necessaria e soprattutto dovuta. «Mi sono accorta, proprio grazie ai miei pazienti, che la situazione sta peggiorando in maniera grave, un po’ per mancanza di personale, in altri casi forse per scelte sbagliate - dice la dottoressa - Ho pazienti oncologici sballottati da un reparto all’altro senza mai ricevere una presa in carico, che hanno difficoltà a prenotare visite specialistiche in tempi utili. Spesso costretti ad attendere troppo tempo per un esame istologico. Così non va bene». La petizione si concentra su alcuni casi precisi, tra cui lo smantellamento della Chirurgia Oncologica Robotica del San Martino. «Il reparto - si legge - grazie a una guida innovativa e competente, aveva ottenuto risultati clinici di altissimo livello ed è stato smantellato dopo l’allontanamento del primario, colpevole solo di aver difeso la qualità delle cure e la dignità dei pazienti. Da allora, l’intero servizio è crollato, lasciando un vuoto gravissimo per i malati oncologici e per tutta la sanità ligure». La petizione precisa che non ci sono stati motivi clinici per la chiusura del reparto, ma sembrano avere avuto più peso «decisioni politiche». La mobilitazione social, inoltre, ha riunito moltissime persone: nel gruppo Facebook legato alla petizione ci sono persone che si qualificano come lavoratori del San Martino o ex dipendenti, che lamentano situazioni diventate sempre più difficili. «Abbiamo parlato con il presidente della Regione, Marco Bucci - dicono - e ci ha fatto piacere vedere che ci ha ascoltato, con la promessa di interessarsi al problema che abbiamo segnalato». Ora la palla passa all’assessore alla Sanità Massimo Nicolò, che potrebbe voler verificare le segnalazioni dei cittadini e cercare un dialogo con chi ha dato il via alla mobilitazione, per cercare soluzioni insieme.

https://www.change.org/p/basta-malasanit%C3%A0-vogliamo-una-sanit%C3%A0-che-curi-non-che-abbandoni?recruiter=951873278&recruited_by_id=174a9210-5da9-11e9-9bd6-f3ff9a63da28&utm_source=share_petition&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=888918747f9140d09eb004fd3545862b&utm_medium=facebook&utm_content=fht-490527842-it-it%3A3

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