"Turismo, la stretta sugli affitti brevi limita il libero mercato"

Le associazioni di Ape Confedilizia di Genova e Imperia al contrattacco delle misure del governo

Monica Bottino 06/12/2024
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Vincenzo Nasini, presidente Ape Confedilizia Liguria e vicepresidente nazionale
C’è una crociata in corso in Italia contro il libero mercato, che vuole proteggere una categoria e vessarne un’altra. E anche la Liguria viene penalizzata in maniera pesante. Ne sono convinti Vincenzo Nasini, presidente Ape Confedilizia Genova e vicepresidente Confedilizia nazionale, e Paolo Prato, presidente della Federazione ligure della proprietà edilizia e di Ape Imperia: «le ultime decisioni prese sugli affitti brevi hanno il solo scopo di creare un eccesso di regolamentazione: ciò vuol dire colpire e limitare il libero mercato. Mentre non bisogna colpevolizzare i proprietari casa e demonizzare gli affitti brevi». Un fenomeno, quello di chi mette la propria seconda casa a disposizione del turismo, che in tutto il territorio ligure è in continua crescita, infatti spesso chi acquista un immobile per investimento cerca poi di farlo «fruttare» qualcosa, e, considerando l’elevato peso fiscale che ogni immobile si porta dietro, certamente non diventa ricco. Il fatto di poter usufruire, spesso allo stesso prezzo di una camera d’hotel, di un intero alloggio con più stanze, è un’occasione che le famiglie di tre-quattro persone non si lasciano scappare, e non importa se devono rifarsi il letto e prepararsi la colazione da soli o andare al bar invece che scendere nella hall. Il costo della stanza d’hotel considera anche i servizi che si porta dietro, ma c’è chi è più «spartano» e ne fa a meno, al contrario di altri che hanno la possibilità economica di farsi coccolare. «Oggi c’è posto per tutti, il comparto alberghiero cresce e non viene schiacciato da quello extra-alberghiero - dicono Nasini e Prato - Anche i tipi di clientela sono differenti. In questo caso, infatti, come si è visto, a vincere è l’economia nel suo complesso». Attualmente gli appartamenti ammobiliati ad uso turistico (Aaut) in Provincia di Genova sono 10.522 e i posti letto 48.513. In Liguria in totale gli Aaut sono 38.062 per un numero complessivo di 163.773 posti letto. Appartamenti che rispondono a una forte domanda turistica e che, quindi, portano soldi e ricchezza alla Liguria. Eppure, di fronte a un fatto incontestabile, da tempo diverse categorie chiedono di limitare o vietare gli affitti brevi. Altri ancora chiedono «regolamentare» il fenomeno perché fuori controllo. Gli affitti brevi sarebbero la causa principale del rincaro degli affitti abitativi e dell’emergenza casa, causa di concorrenza sleale nei confronti degli albergatori, dello spopolamento dei centri storici ed in generale dell’overturism. «È vero invece il contrario. È la proprietà immobiliare ad essere sotto attacco. Le proposte di aumentare l’Imu per gli immobili sfitti o la tassa di soggiorno sono per gli affitti brevi sono incommentabili - tuonano i rappresentanti dei proprietari immobiliari, spesso famiglie e non gruppi miliardari -. La stretta del Viminale sulle keybox e pulsantiere e l’introduzione del self check-in comporta un ulteriore aggravio sui proprietari degli immobili. Non è limitando e frenando i fenomeni in crescita come gli affitti brevi che si favorisce lo sviluppo economico. Colpire gli affitti brevi è un autogol per il turismo e più in generale per l’economia di Genova e della Liguria». 
Le principali azioni da svolgere per migliorare la situazione abitativa in Italia, secondo Ape Confedilizia, sono il recupero degli oltre centomila appartamenti di edilizia residenziale pubblica non disponibili e il rafforzamento della locazione privata mediante misure di incentivazione fiscale, come l’azzeramento dell’Imu per le abitazioni locate a canone concordato e garantendo una maggiore tutela dei proprietari in fase di rilascio degli immobili, ad esempio affidando le esecuzioni anche a soggetti diversi dagli ufficiali giudiziari.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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