Torna a Santa Margherita uno degli appuntamenti culturali più attesi: domani e domenica, in Piazza Caprera, spazio al «Festival della politica», che anche quest’anno ha un tema straordinariamente attuale: «La democrazia liberale (e le altre)».
L’evento è organizzato dall’associazione Isaiah Berlin, presieduta da Dino Cofrancesco, di cui i nostri lettori conoscono stile e intelligenti argomentazioni grazie alla rubrica che ogni martedì viene pubblicata sulla nostra prima pagina. Ispirandosi alla lezione pluralistica di Berlin, l’Associazione è stata, in questi anni, con il suo Festival della Politica, un terreno di incontro delle più diverse scuole di pensiero e delle più variegate posizioni culturali e politiche. Nelle due giornate di dibattito, alcuni dei più noti specialisti italiani (accademici, politologi e giornalisti) affrontano, con rigore e competenza scientifica, i grandi temi al centro del dibattito teorico del nostro tempo, dal difficile rapporto tra diritti e libertà a quello tra Europa e sovranità nazionali, da democrazia e comunicazione a sovranismo e mondialismo, alla crisi della democrazia. Ma veniamo al tema di quest’edizione. «Dunque - dice il professor Cofrancesco - perché un Festival della politica dedicato al tema della democrazia liberale e le altre? L’argomento non entra nel merito dell’annosa disputa tra liberalismo e democrazia, ma intende fare una sorta di mappa dei regimi democratici esistenti nel mondo. È scontato dire che la democrazia, il governo del popolo, è ormai, nei cinque continenti, il fondamento della legittimità di ogni regime politico: la democrazia, come la intendiamo e pratichiamo noi, è un’eredità dell’universalismo cristiano e illuminista che difficilmente verrà ripudiata dalle generazioni future. Anche i più efferati dittatori, e il Novecento ce ne ha mostrato innumerevoli esempi, parlano a nome del popolo e per il popolo e, spesso e volentieri, indicono referendum dimostrativi, volti a riconfermare l’investitura popolare».
Ma questo concetto, forse, non si applica davvero a tutto il mondo. Cofrancesco lo spiega bene quando afferma che «per quanti abitano in quello che un tempo si chiamava il ’mondo libero’ non v‘è alcun dubbio che democrazia e dittatura siano incompatibili ed è superfluo esporre ragioni e argomentazioni in proposito... Che la democrazia (liberale) sia il peggiore dei governi possibili eccettuati tutti quanti gli altri, è una verità profondamente impressa nell’animo occidentale, ma siamo davvero sicuri che nelle altre parti del mondo, la pluralità dei partiti, delle credenze religiose, la separazione tra diritto e morale, tra economia e politica, tra religione e scienza corrispondano alla effettiva volontà dei popoli, ai loro ordini morali, alle loro tradizioni? In realtà, prendere atto che esistono democrazie non liberali può essere importante per la sopravvivenza dell’Occidente e dell’Europa». Qui entra in gioco la parola più importante, la chiave di volta per comprendere meglio il mondo non nostro: la parola «consenso». «Il termine consenso - spiega Cofrancesco - fu la parola chiave della rivoluzione copernicana che la storiografia revisionista, Renzo De Felice in primis, operò nell’analisi e nella comprensione del regime fascista. Il problema che ci sta davanti, quando ci confrontiamo con le democrazie non liberali, è anche qui il consenso. Che ci siano componenti di violenza e di sopraffazione nei dittatori ‘democratici’ asiatici e africani, come ve n’erano del resto nel movimento fascista che s’impossessò dello Stato e ne travolse in gran parte gli istituti liberali, è scontato. Erdogan e al-Sisi, Putin e Xi Jinping, gli ayatollah e i talebani di Kabul, esercitano un potere spietato nei confronti degli avversari politici, sociali, religiosi e tuttavia nessun regime può reggersi solo sulle baionette. Se una parte consistente del popolo non si riconosce nelle democrazie non liberali, un’altra parte, ancora più consistente, assicura ad esse un consenso che si manifesta in sfilate interminabili e minacciose contro i nemici interni ed esterni. Provare a comprendere perché questo accade è uno degli scopi del Festival della Politica 2024. Che naturalmente non è tutto incentrato sul moderno giacché la democrazia non è un’invenzione degli ultimi due secoli, ma ha segnato anche il mondo antico e quello medievale».
Insieme con Cofrancesco dibatteranno in tanti da Paolo Armaroli a Francesco Battegazzorre, da Fiorenza Taricone ad Antonio Carioti, da Zeffiro Ciuffoletti a Daniele Biello, a Giovanni GB Pittaluga, a Nicolò Scialfa, con Giuseppe Di Leo, di Radio Radicale, come moderatore.
L’Associazione Culturale Isaiah Berlin conferisce ogni anno, in occasione del Festival della politica, alcuni Premi significativi. Quest’anno il Premio Ansaldo per il Giornalismo andrà ad Antonio Carioti, il Premio Berlin per la Saggistica Politica (sezione monografie) a Giancristiano Desiderio, il Premio Musicale Giorgio Ferraris a Claudio D’Antoni. Del Premio Berlin per la saggistica politica sarà invece insignito Ortensio Zecchino, parlamentare europeo nella prima legislatura elettiva (dal 1979 al 1984) e successivamente senatore della Repubblica per quattro legislature consecutive (dal 1987 al 2001 nel Partito Popolare Italiano), nonché ministro dell’università e della ricerca in tre governi (dal 1998 al 2001). In tale veste firma il decreto numero 509 del 1999 che riforma profondamente l’università italiana, dando inizio al percorso di tre anni per la laurea e altri due per la laurea specialistica (poi ridefinita laurea magistrale), secondo il principio del «3+2» che uniforma il percorso di studi alle maggiori università europee.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
Editore: POLO GRAFICO SPA
Via Giovanni Agnelli 3, 12081 Beinette
(CN)
+39 0171 392211
P.IVA: 02488690047
Il Giornale del Piemonte e della Liguria
Il quotidiano on line "Il Giornale del Piemonte e della Liguria web" è il nuovo media della galassia del gruppo Polo Grafico Spa,
editore da oltre 25 anni nei territori di Piemonte, Liguria e Regione Paça (Costa Azzurra). Il gruppo edita da oltre vent'anni
il quotidiano nella versione cartacea "Il Giornale del Piemonte e della Liguria".