«La rigenerazione urbana va bene al di là della ristrutturazione di qualche edificio o alla ripiantumazione di qualche albero: è un concetto molto più ampio, che abbraccia l'urban planning e soprattutto la comunità che abita e vive il territorio, e nei cui confronti devono essere ricalibrati i servizi. Tutto questo avendo come principale sfida da vincere quella dell'efficientamento energetico». Così Mario Mascia, assessore comunale a urbanistica, demanio marittimo e sviluppo economico, ha aperto la terza giornata di conferenze a palazzo Tursi nell'ambito della Genova Smart Week, dedicata alla rigenerazione e alla riqualificazione urbana, realizzata in collaborazione con Ance e Ordine degli Ingegneri di Genova.
Un tema che, grazie al Pnrr, ai Piani urbani integrati e al Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua), ha trovato finanziamenti importanti, come ricordato dall'assessore al patrimonio Francesco Maresca, per poi soffermarsi su alcuni casi specifici: «L'amministrazione ha grande attenzione, ad esempio, per la riqualificazione delle ville storiche, da completare entro il 2026. Ci sono poi edifici importantissimi, come i palazzi Metelino e Tabarca: quest'ultimo ospiterà l'Accademia della Marina Mercantile, diventando un polo vissuto dai giovani e un volano per il contorno di negozi e piccoli presidi. Registriamo anche un aumento di richiesta di studentati ed è quello che si farà a Villa Donghi e nell'ex Onpi, a Quezzi. L'obiettivo non è fermarci al Pnrr, ma proseguire nella visione di città futura».
E in effetti cosa accadrà dopo il Pnrr è una domanda che si pone Ance Genova, rappresentata dalla vicepresidente Sarah Zotti, moderatrice dell'intera mattinata, secondo la quale «per stabilizzare il settore dopo il boom di Superbonus e Pnrr, saranno fondamentali nuovi accordi di partenariato tra pubblico e privato». Da parte sua Marco Vassale, responsabile del servizio tecnologico, energia e ambiente dell’associazione, ha messo in guardia dal rischio che la scadenza del 2026, ormai imminente, possa condurre a un impiego inefficiente delle risorse. Meglio sarebbe, per Ance, rivedere le tempistiche dei progetti che non potranno essere terminati entro tale data e adottare revisioni del Pnrr che consentano di raggiungere gli obiettivi previsti e scongiurare definanziamenti.