La sinistra non resiste al fascino della piazza e al rischiamo della forca. Così porta in piazza, con i big nazionali dell’opposizione (al netto di diverse defezioni) chi vuole far dimettere Toti a colpi di indagine. La manifestazione all’ombra dell’ultimo sole di una giornata di luglio non convince però in realtà le masse oceaniche attese e non bastano neppure i pullman pagati dai partiti per portare gente da fuori Liguria, Il piccolo cono d’ombra generato da Palazzo Ducale ben oltre le 17.30, ora prevista dalla convocazione (quella pubblicata accanto) è più che sufficiente a coprire qualche centinaio di persone che si sono presentate (compresi operatori tv e giornalisti).
Un flop aggravato anche dai problemi tecnici di un palco e di un sistema audio che sono il simbolo di una manifestazione improvvisata come gli organizzatori. Un flop che brucia sulla pelle dei leader nazionali, da Elly Schlein a Giuseppe Conte, da Nicola Fratoianni a Angelo Bonelli, ma ancor più sulla sinistra ligure che dimostra di avere all’attivo più richieste di dimissioni di Toti che seguaci. Un flop aggravato dalla presunzione di organizzare un evento in una piazza grande e simbolica come De Ferrari, che si presta all’inesorabile confronto. Gli slogan e le parole sotto le finestre della giunta regionale, accompagnate da una così scarsa partecipazione, risuonano come il miglior incoraggiamento ad andare avanti.
Anche perché a quel punto della piazza resta solo l’aspetto peggiore, quel senso di giustizialismo che era l’unico collante della sinistra, e che si scioglie però anche sotto il sole di Genova. Matteo Renzi e Riccardo Magi che hanno evitato la figuraccia a Italia Viva e +Europa si scoprono ancor più lontani dal campo largo, Calenda, coinvolto a forza nel flop dalla sua falange ligure capeggiata da Cristina Lodi, ne esce ancora più a pezzi.