La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Aldo Spinelli, condannandolo anche al pagamento delle spese processuali. L’imprenditore portuale genovese, coinvolto nella maxi inchiesta che ha travolto le istituzioni liguri, aveva deciso di impugnare la sentenza di patteggiamento concordata con la Procura e ratificata dal giudice. La pena, pari a 3 anni e 2 mesi per corruzione, prevede l’affidamento in prova ai servizi sociali. Spinelli, inizialmente riluttante, aveva accettato il patteggiamento seguendo la scelta già intrapresa dall’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e dall’ex numero uno dei porti di Genova e Savona Paolo Emilio Signorini. Tuttavia, a distanza di qualche mese, ha deciso di presentare ricorso. Tra le argomentazioni difensive, la difesa ha sostenuto le precarie condizioni di salute dell’imprenditore 85enne e un presunto “elevato grado di empatia” – certificato da una perizia di parte – che, associato a un “bisogno di contatto affettivo di matrice depressiva”, lo avrebbe spinto a cedere alle richieste di terzi. Secondo i legali, questo disturbo sarebbe stato sfruttato dagli altri coimputati, ma la Suprema Corte ha rigettato tali motivazioni, confermando la sentenza di patteggiamento.