All'ospedale con il proprio animale

Progetto per una Pet's House al San Martino di Genova

redazione Genova 21/07/2024
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Una Pet’s Family House (per cani e gatti) all’interno del San Martino. Si tratta di un progetto  pilota destinato a migliorare le condizioni di degenza dei pazienti durante la permanenza in ospedalem ma anche oer i lavoratori della struttura che potranno avere vicino il loro amico a quattrozampe. Progetto per il quale è impegnato il centro Humanitas Clelia Lombardo di Gambatesa, ideato dalla sua presidentessa, la dottoressa Claudia Bortolotti, in collaborazione con le Regioni Liguria, Piemonte, Molise e Calabria e per il quale si è anche tenuto un evento benefico giovedì 18 luglio a Genova. 
Il progetto prevede di realizzare  nell’area circostante il Maragliano, una Pet’s Family House con cucce e casette per accogliere gli animali e un servizio di cura e assistenza. Gli stessi pazienti potranno, condizioni permettendo, avere il proprio animale vicino anche nel momento del ricovero, abbattendo il rischio della solitudine.
Ogni animale sarà munito di un gps e accudito da personale formato, monitorato da un circuito  di videosorveglianza presente all’interno dell’area dedicata (spazi destinati singolarmente al  cane: box/cuccia e area di sgambamento individuale, più spazi gioco comuni). 
Per quanto riguarda gli operatori socio-sanitari potranno invece visionare i loro animali  d’affezione durante la pausa agendo in modo migliorativo sulla qualità del lavoro, riducendo lo  stress legato alle distanze, riducendo il rischio di burnout, favorendo una miglior conciliazione  tra lavoro e vita privata, contribuendo al miglioramento dello stato di salute del proprio animale  d’affezione. 
Pertanto viene mantenuto un servizio di controllo delle corrette fasi di accudimento dei cani da  parte di personale formato come addestratore o educatore cinofilo o dog-sitter, consentendo di  minimizzare la stress dell’animale che non si sentirà abbandonato e migliorando lo stato psico fisico del degente che non vivrà lo stato emotivo ed emozionale legato al non conoscere le reali  condizioni del proprio animale d’affezione, eliminando ogni possibile situazione che possa  coincidere con abbandoni o rimessa al canile. 
In caso di decesso del paziente l’animale d’affezione verrà accudito a vita in ambiente idoneo  o verrà destinato all’adozione come da espresse volontà del degente in vita (qualora ne  sussistano le volontà).  Oggi la maggior parte delle persone anziane vivono con un animale d’affezione e preoccupazione in caso di ricovero, qualora non vi siano famigliari vicini o disposti ad accudire  l’animale, ricade nel pensiero fisso di non ritrovare il proprio cane, gatto o volatile che sia.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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