Comunali di Genova, le richieste di artigiani e piccole imprese

Cna ha presentato ai candidati sindaco un programma che riguarda sicurezza, formazione dei giovani, infrastrutture, sostenibilità e meno burocrazia

05/04/2025
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Il candidato sindaco per il centrodestra Pietro Piciocchi
Artigianato, impresa, trasporto, porto, green economy. Sono tanti i temi contenuti nel documento che Cna, la confederazione nazionale dell’artigiano e della piccola e media impresa, a Genova ha consegnato ai candidati sindaci in corsa per il Comune di Genova. Già due gli incontri fissati per il confronto: il primo sarà domani con Silvia Salis, candidata del centrosinistra, mentre Pietro Piciocchi, che corre per il centrodestra, incontrerà i vertici di Cna giovedì. Sul tavolo, l’analisi della situazione e soprattutto le proposte che la confederazione farà ai candidati per capire quali tasselli faranno propri nel programma elettorale. «Le imprese iscritte all’Albo delle Imprese Artigiane di Genova sono oltre 22.000, a cui si aggiungono circa 20.000 attività produttive. Questo assetto non è sempre stato così: Genova è stata a lungo città della grande industria, soprattutto statale. Oggi, sebbene tutti gli studi sottolineino il peso rilevante delle Pmi, è fondamentale leggere questo dato in tutte le sue sfaccettature. Infatti, la prevalenza di micro e piccole realtà produttive, pur rappresentando un’importante ricchezza in termini di diversità e radicamento, comporta anche alcune criticità. Il cosiddetto nanismo imprenditoriale si associa spesso a una maggiore fragilità strutturale. Per questo motivo, è prioritario promuovere lo sviluppo e l’aggregazione delle imprese locali, affinché le risorse possano rimanere e circolare nel territorio», dicono alla Cna. Di qui la richiesta della creazione di un assessorato ad hoc che rafforzi l’efficacia delle politiche di supporto e promozione. La piccola impresa commerciale soffre della concorrenza delle vendite on line. Ci sono aspetti normativi che possono essere risolti solo in chiave nazionale, ma la richiesta della Cna per il Comune è quella di creare un tessuto più favorevole alle imprese, facendo sistema senza calare gli interventi dall’alto, ma coinvolgendo i Municipi.
Troppa burocrazia
«Favorire lo sviluppo locale e il fare impresa». Come? Servono infrastrutture stradali e digitali adeguate, sburocratizzazzione, semplificazione attraverso la chiara identificazione di un interlocutore unico sul piano amministrativo e del rafforzamento dello sportello dedicato alle imprese. Occorrono interlocutori certi e risposte rapide per non fare perdere tempo inutile agli imprenditori, come purtroppo tuttora avviene. «Non a caso si parla di “burocrazia difensiva” perché la pubblica amministrazione, spesso pretende la presentazione di documenti sia in forma cartacea sia telematica e richiede all’utente informazioni già in suo possesso. Inoltre, i linguaggi delle banche dati pubbliche sono diversi e non dialogano tra loro.
Sicurezza
È un tema centrale. «Ci sono difficoltà oggettive legate soprattutto all’integrazione delle comunità straniere di immigrati regolari veicolati dal tessuto produttivo. Quindi non è solo una percezione, quella del degrado, e non sono solo percepiti i problemi di sicurezza conseguenti (abuso di bevande alcoliche, bivacchi, zone di spaccio, furti, ecc.). È necessario tenerne conto, ma anche condividere una considerazione: i processi di trasformazione devono essere governati, e non lasciati alle loro derive, anche se è difficile farlo. Cavalcare queste difficoltà, in un senso o nell’altro, non aiuta le imprese e in generale non aiuta il tessuto sociale in crisi. Di fronte a problemi così eterogenei, occorre rispondere ai bisogni di miglioramento (integrare l’illuminazione delle strade convertite a led per compensare l’insufficienza dei nuovi dispositivi a risparmio energetico, aumentare la circolazione delle forze dell’ordine in orari e aree critiche, creare un rapporto di contatto e collaborazione tra la popolazione, gli esercenti e le forze dell’ordine, ecc.), ma anche attivare politiche abitative e di integrazione culturale e un processo di riqualificazione dei quartieri, che passa anche per gli insediamenti produttivi», dicono i piccoli imprenditori.
Costo della Tari
Cna chiede di aumentare l’efficienza del servizio Amiu e  incrementare la percentuale di parte variabile della Tari applicata alle imprese e che la stessa corrisponda all’effettiva produzione di rifiuti urbani o assimilati da parte di ogni singola attività. Sempre solo a titolo di esempio: gli autoriparatori hanno visto aumentare in modo esponenziale i costi della Tari, nonostante sostengano già costi molto alti per lo smaltimento dei rifiuti speciali.
Contrasto all’abusivismo
Costituisce una vera e propria minaccia per le imprese del comparto artigiano e per le piccole imprese di tantissimi settori, dal benessere alle officine passando per i gommisti e l’edilizia. L’abusivismo rappresenta un pericolo per la salute dei consumatori e un rischio per i lavoratori che lo praticano. È pertanto necessario creare un coordinamento tra gli enti ispettivi, la pubblica sicurezza e le categorie produttive e commerciali per razionalizzare e aumentare i controlli.  Alcune proposte: privilegiare l’assegnazione dei lavori pubblici attraverso l’assegnazione diretta fino a 150.000 €, la procedura negoziata da 150.000 € fino a 1.000.000 € senza bando previa consultazione di almeno 5 operatori economici, la suddivisione per lotti delle gare pubbliche di alto valore per agevolare la partecipazione delle piccole imprese, oltre a favorire l’utilizzo del project financing come strumento strategico per la realizzazione di alcune opere pubbliche. Tutto questo accompagnato da un impegno deciso nella lotta contro la corruzione e le infiltrazioni malavitose, oltre ad un monitoraggio costante per contrastare il criterio del massimo ribasso, assicurando trasparenza e legalità nel settore.
Porto e trasporti
La viabilità, per quanto possibile, deve essere sempre più separata tra mezzi pesanti e leggeri. Il livello di condivisione nella gestione e nella programmazione tra l’Amministrazione Comunale e l’Autorità di Sistema Portuale deve crescere ancora, sulle questioni legate alla viabilità, sulla ricerca di spazi, sulle connessioni intermodali. Non solo, ma la condivisione deve essere trasferita nei rispettivi Puc e Piano regolatore. Il Porto è la risorsa più preziosa della nostra città, è necessario continuare a svilupparlo, farlo crescere e performare la sua operatività, con un’attenzione sempre maggiore al tema della sostenibilità, ma negli ultimi anni l’isolamento infrastrutturale che ha subito il nostro territorio ha reso molto più difficile questo processo. Il tema del trasferimento dei depositi chimici rappresenta uno dei tanti esempi di come sia complessa e difficile l’integrazione tra la città e il Porto. Uno degli elementi che sempre ha creato conflitto è l’interferenza tra il traffico dei mezzi pesanti e la viabilità urbana. Seppure alcuni interventi abbiano cercato di attenuare questa problematica, rimangono grandi criticità e una questione fondamentale a cui nessuna amministrazione fino ad oggi è riuscita a dare una risposta adeguata: in generale il tema dei parcheggi per i mezzi pesanti e più in particolare la realizzazione di un Autoparco.
Formazione dei giovani
Oggi il problema principale evidenziato dalle aziende di quasi tutti i settori è la difficoltà a trovare risorse umane. I giovani che hanno competenze digitali avanzate sono ricercatissimi delle aziende, che se li contendono, ma mancano ragazzi con competenze tecniche specifiche nell’artigianato disposti a svolgere un lavoro manuale. «Stiamo progettando, per il nostro ente di formazione, una piccola città dei Mestieri che raggruppi i percorsi formativi dell’artigianato come gastronomia, benessere, impiantistica e sartoria, che consentirebbe di costruire una narrazione positiva raccontando anche l’innovazione che li caratterizza, ma il Comune dovrebbe promuovere politiche di social housing (sia per gli studenti sia per i giovani lavoratori) e cercare soluzioni innovative per agevolare la mobilità dei lavoratori anche definendo nuove forme di intervento pubblico-privato per l’alloggio dei nuovi assunti (lavoratori giovani, fuori sede, immigrati, ecc.) e attuare una riflessione seria sull’accoglienza e l’integrazione dei lavoratori stranieri».
Turismo
«Per promuovere Genova come città turistica, è necessario proporla come un’offerta integrata, un vero e proprio “pacchetto” unico per esempio sviluppando il turismo esperienziale puntando sulle eccellenze nei settori agroalimentare, artistico e artigianale»
Sostenibilità e green economy
«Nei prossimi anni, sarà cruciale affrontare sfide decisive come la riqualificazione del patrimonio abitativo e produttivo, la sicurezza urbana, l’adozione di tecnologie intelligenti per l’efficienza energetica, il miglioramento dell’accesso ai servizi e la riduzione dell’impatto ambientale. In questo contesto, l’economia del recupero e del riciclo va potenziata, diventando asse strategico della transizione ecologica. L’artigianato, insieme alle micro e piccole imprese, è chiamato a svolgere un ruolo strategico. È prioritario adottare sistemi di gestione dei rifiuti più equi, come la tariffazione puntuale, che premi il comportamento virtuoso e rispecchi il reale utilizzo dei servizi. A livello strategico, occorre elaborare un piano pluriennale condiviso, che definisca obiettivi chiari e strumenti operativi, come incentivi fiscali e misure a supporto dell’eco-innovazione. È necessario incentivare l’adozione di carburanti alternativi e veicoli a basse emissioni, intervenendo sulla carenza di impianti di rifornimento dedicati, oggi ancora troppo limitati. Un esempio emblematico è rappresentato dal parco taxi della città: su 869 licenze, solo 4 sono attualmente dotate di veicoli elettrici. È urgente intervenire con risorse dedicate, promuovendo anche l’installazione di colonnine di ricarica ad uso esclusivo. Una città sostenibile è anche una città più verde, ma gli spazi verdi devono essere progettati con attenzione, affinché non diventino luoghi di degrado o aggregazione non sana. Un esempio concreto riguarda gli spazi per cani: a fronte di 81.000 cani registrati all’anagrafe canina - un dato sopra la media tra i capoluoghi del Nord Italia in rapporto alla popolazione - si registra una carenza strutturale di aree dedicate. In quest’ambito, potrebbe essere utile promuovere forme di corresponsabilità tra cittadini e imprese, dove queste ultime potrebbero contribuire alla manutenzione e gestione delle aree come opportunità di promozione e cittadinanza attiva».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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