L'arbitrato costa di più, ma fa guadagnare

L'analisi della Bocconi presentata alla Camera di Commercio di Genova. Fondamentale il fattore tempo: 307 giorni in media contro i 764 di una causa civile

23/01/2025
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L’arbitrato della Camera Arbitrale di Milano (CAM) è più rapido e può risultare più conveniente di una causa civile ordinaria. Sfatato, dunque, il pregiudizio che vede l’arbitrato come uno strumento di risoluzione delle controversie "per ricchi". A dirlo è una ricerca della SDA Bocconi, che ha analizzato 345 procedimenti arbitrali depositati in CAM nel triennio 2019-2021, ne ha incrociato i dati con quelli di tre indagini condotte attraverso questionari a cui hanno risposto circa 250 tra avvocati, consulenti tecnici d’ufficio e legali di imprese e, infine, ha sviluppato una comparazione dei due procedimenti (arbitrale e causa civile), basato sul concetto del "valore finanziario” del tempo.
La ricerca dal titolo “Arbitrato e giustizia ordinaria: convenienza economica comparata” è stata presentata agli imprenditori e ai professionisti di Genova, in occasione dell’evento: “Arbitrato, quanto mi costi? Le ragioni di un’opportunità”organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Genova, dalla Camera di commercio di Genova e dalla Camera Arbitrale di Milano. In questo incontro si è discusso dei vantaggi dell’arbitrato, strumento di risoluzione alternativa delle controversie, insieme a docenti di diritto ed economia, esperti di arbitrato e professionisti, come avvocati, commercialisti ed esperti contabili. Dopo i saluti istituzionali del segretario generale della Camera di commercio di Genova Maurizio Caviglia, del presidente Consiglio Ordine degli avvocati di Genova  Luigi Cocchi, del direttore generale della Camera Arbitrale di Milano Stefano Azzali e di Mauro Carlo Rovida, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Genova, Alberto Grando, ordinario dell’Università Bocconi e SDA Bocconi School of Management e coordinatore del gruppo di ricerca ha presentato la ricerca sulla comparazione tra arbitrato e processo ordinario. Si è poi tenuta una tavola rotonda moderata da Vincenzo Roppo, ordinario emerito di diritto civile, in cui i professionisti del territorio si sono confrontati sull’opportunità e la convenienza dello strumento arbitrale per le imprese. 
Secondo la ricerca, l’arbitrato è più conveniente in quanto - terminando prima (307 giorni in media, rispetto ai 764 giorni medi di una causa civile di primo grado e di ulteriori 597 giorni medi per l’appello, come rilevato dai dati del Tribunale di Milano e in linea con quanto dichiarato dai legali intervistati) - consente di “liberare” in anticipo le risorse impegnate nella controversia e permette alle imprese coinvolte nei procedimenti il reinvestimento in attività diverse. Il costo del procedimento è considerato come una sorta di “investimento”, effettuato allo scopo di ottenere il riconoscimento di un diritto. Il risarcimento, ottenuto al termine del procedimento, è il ritorno sull’investimento effettuato. La somma riconosciuta nella sentenza arbitrale (il lodo) alla parte vittoriosa, una volta concluso il procedimento, può essere reinvestita per la restante parte del tempo che sarebbe alternativamente richiesto per giungere alla conclusione della causa ordinaria.
“Dal 1987, da quando abbiamo iniziato a gestire i primi arbitrati, abbiamo riscontrato un generale consenso da parte delle imprese sull’utilità e sui vantaggi di questo strumento nel risolvere le liti commerciali - ha dichiarato Stefano Azzali - Ci mancavano però dei dati empirici sulla effettiva convenienza economica dell’arbitrato: viene meno uno dei pregiudizi più ostici da scardinare, quello che vede lo strumento arbitrale come costoso o solo per ricchi. Nella comparazione col giudizio ordinario, effettuata dalla ricerca presentata oggi, l’arbitrato è più conveniente perché la possibilità di liberare in anticipo le risorse attribuite dalla decisione (lodo) consenta il loro utile impiego in investimenti alternativi. La convenienza economica dell’arbitrato, emersa dai risultati della ricerca, rappresenta un tassello che si aggiunge alle valutazioni che fanno le imprese quando devono scegliere o meno l’arbitrato per risolvere le proprie controversie".
"Lo studio che presentiamo oggi - continua il segretario generale della Camera di Commercio di Genova Maurizio Caviglia - oltre a prendere in considerazione i costi e i benefici intesi in senso tradizionale - calcola anche il valore finanziario della variabile tempo, che è fondamentale per la vita delle imprese. Gli strumenti extra-giudiziali oggi a disposizione per dirimere una controversia sono molteplici, a partire dalla mediazione civile e commerciale dalla negoziazione assistita, e ognuno di questi si adatta in maniera diversa alle varie situazioni. In alcuni casi, come il commercio internazionale, l'arbitrato risulta essere la strada più conveniente se non l'unica percorribile.  Ed è un settore in cui Genova esprime competenze e professionalità altissime, come dimostrano i 43 arbitrati gestiti dalla Camera Arbitrale di Milano con arbitri genovesi negli ultimi 7 anni".
"Nella situazione di criticità del processo civile - ha dichiarato Luigi Cocchi - l’arbitrato costituisce un valido strumento di risoluzione alternativa delle controversie particolarmente idoneo per quelle delle attività di impresa. In tale quadro, superate possibili criticità l’arbitrato costituisce uno strumento adeguato in termini di qualità degli arbitri, di semplificazione del rito, della rapida risoluzione della controversia”.
“L’analisi comparativa - ha dichiarato Alberto Grando, coordinatore del gruppo di ricerca - ha visto lavorare con un rigoroso approccio un gruppo composto da diverse professionalità: giuridiche, economico-finanziarie e statistiche. La ricerca, sviluppata in due anni di attività, ha rappresentato una vera sfida d’innovazione, sia nel merito che nel metodo: nel merito, perché ci ha portato ad analizzare e comparare i due procedimenti presi in esame, impiegando numerosissimi dati rilevati presso la Camera Arbitrale di Milano, e integrandoli con indagini svolte ad hoc nel mondo legale per cogliere informazioni, percezioni e orientamenti; nel metodo, invece, ci ha permesso di sviluppare una valutazione comparativa dei due procedimenti, con approccio economico-finanziario. Credo che gli esiti di questo studio possano fornire agli imprenditori una nuova e più ampia prospettiva per valutare le opportunità e i potenziali ritorni economici connessi alle diverse modalità di gestione delle proprie controversie commerciali”.

Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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