Salmone e ravioli giapponesi incoronano Genova "città del Pokè”. A dirlo sono i "Just Eat Awards" che hanno designato l’azienda genovese “Bowl” come “Migliore pokeria di Italia”. Ed è dalle mani del celebre critico gastronomico Luca Iaccarino che i due titolari, Davide Torre e Giovanbattista Magno, hanno ricevuto, in una cerimonia a Roma, l’attestato di riconoscimento che li incorona vincitori per tutto il 2025. Previsti festeggiamenti nel locale con l'arrivo dell'estate 2025. Non un’impresa facile. La prima selezione è stata frutto di una giuria tecnica che ha portato a dieci finalisti, tra parametri come “qualità del cibo”, “servizio clienti”, “tempi di consegna”. Da nord a sud, arrivano in finale ad esempio “il Makao Sushi e Poke” di Roma, “Hello Poké” di Napoli e “QbiQ pokeria” di Bologna. Ma è nella seconda fase, quella popolare, che i voti del pubblico di Just Eat, per il 42,5% hanno dichiarato vincitore "Bowl”, il locale presente a Genova nelle due sedi, via Caprera e via Cesarea. Tanti i voti delle donne. “Non ci sorprende, la clientela femminile si attesta circa al 60%”, spiega Torre, “il pokè soprattutto nelle pause pranzo può essere la scelta veloce che coniuga golosità e nutrienti salutari”. Chi ha detto che i genovesi non amano le novità? Il pokè da quando è approdato a Genova nel 2019 ne è la prova. Se il Covid alle spalle ha lasciato solo brutti ricordi, c’è da dire che ha fatto scoprire in tutta Italia il mondo del food delivery, prima conosciuto solo per la pizza. E con esso, ne è convinto Davide Torre, la chiave del successo del pokè è la personalizzazione: "Non abbiamo vinto i Just Eat Awards per uno specifico piatto più scelto, bensì con la bowl da comporre. Ciò che rende il pokè amato è la possibilità di andare incontro - attraverso oltre 50 ingredienti - alle più diverse esigenze dei clienti, dalle intolleranze alimentari alle scelte etiche di vegetariani e vegani”. Ma a rendere ancora più personalizzati i pokè ci sono i rapporti diretti con i clienti tra newsletter, reel e informazione sui social. "C'è da dire che io amo la tecnologia - dice Torre - e con l'aiuto di Kroma Studio abbiamo potuto creare una community che vede un rapporto di scambio tra noi e i clienti. Cresciamo insieme. Chi acquista non è per noi un mero consumatore ma è come se facessimo parte di una piccola comunità del cibo".