La Fim Cisl ha espresso «forte preoccupazione per il futuro industriale di Iveco. Nella primavera del 2025 l'azienda ha annunciato la volontà di procedere con uno 'spin-off' del ramo Difesa. Nonostante i solleciti avanzati dalle organizzazioni sindacali, finalizzati a comprendere gli effetti e le ripercussioni dell'operazione sui piani industriali e sull'occupazione, Iveco non ha ancora convocato il sindacato». Lo ha denunciato il coordinatore nazionale della Fim Cisl Stefano Boschini.
«Oltre a ciò, le notizie dell'apertura di una trattativa per la vendita del gruppo e di un'offerta avanzata da Tata Motors, osserva Boschini - contribuiscono a creare un clima di incertezza tra i lavoratori, molto dannoso in un momento storico già caratterizzato da numerosi elementi di criticità. La Fim Cisl, che con le altre organizzazioni sindacali ha sollecitato la convocazione di un incontro presso il Mimit, chiede che Iveco chiarisca come intende procedere rispetto all'operazione di spin-off del ramo Difesa nonché il significato delle intenzioni di vendita apparse oggi sulla stampa».
«Riteniamo inaccettabile apprendere da indiscrezioni, non smentite dall'azienda, della vendita di Iveco. Lo scorporo di Iveco Defence si confermerebbe quindi un piano preordinato di cessione di una parte importante del patrimonio industriale della nostra Repubblica. Il governo fermi qualunque ipotesi di vendita che metta in discussione gli impianti e i lavoratori di Iveco. La proprietà sta smontando pezzo dopo pezzo l'industria dell'automotive del nostro Paese attraverso una pianificazione di spin-off, cessioni e vendite da Ferrari, alla Marelli, poi Cnh Industrial e ora Iveco». Lo hanno spiegato Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.
«Mentre la proprietà con le vendite moltiplica i risultati finanziari, l'Italia si impoverisce economicamente e industrialmente con effetti drammatici sull'occupazione. Non permetteremo lo smantellamento del sistema industriale nel nostro Paese e lo contrasteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione. Per tali ragioni, abbiamo anche rinnovato la necessità di attivare quanto prima un confronto urgente al Mimit», aggiungono Lodi e Oreggia.
«Un asset strategico per il Paese, come il Gruppo Iveco, non può e non deve essere oggetto di notizie e speculazioni varie: urge convocazione al Mimit». Lo afferma il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, «alla luce delle notizie circolate in queste ore su un'eventuale vendita di Iveco, indiscrezioni ad ora non smentite dall'azienda, e considerando gli sviluppi legati allo spin off della divisione Defence, si acuiscono le nostre preoccupazioni circa il futuro occupazionale dei lavoratori dell'intero gruppo».
Per il sindacalista, «l'assenza di chiarezza e di parole definitive da parte dell'azienda, sta alimentando un clima di incertezza che non può essere oltremodo essere tollerato né dai lavoratori né dal sindacato. Per queste ragioni e in coerenza con quanto già dall'Ugl Metalmeccanici rappresentato nelle comunicazioni ufficiali del 10 febbraio 2025 e dell'11 giugno scorso, ribadisco la necessità di una convocazione urgente presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, al fine di ottenere un quadro chiaro e trasparente in merito alla reale situazione industriale e occupazionale del gruppo»