Tira aria di dibattito e discussione, anche accesa, intorno alla prossima manovra economico finanziaria del Governo italiano che sarà all’insegna del nuovo patto di stabilità, nonché sulla reinterpretazione del concetto di profitto da tassare e sulle divisioni in merito alla parola “sacrifici”.
Nella maggioranza governativa, si sta assistendo ad un un fiorire di distinzioni di natura semantica, ma un punto appare chiaro fin da ora: la pressione fiscale netta aumenterà, in termini di aumento delle accise sul gasolio, di ridimensionamento di bonus e detrazioni e di intervento sugli utili conseguiti dalle aziende di alcuni settori strategici.
Benché a ogni dichiarazione in tal senso, da parte ministeriale, corrisponda una smentita sempre di parte governativa, il merito non cambia, e si tratta di capire in che misura il cittadino, contribuente, consumatore e risparmiatore finale, ne risentirà.
Il professor Beppe Ghisolfi, banchiere e scrittore in partenza per Washington in qualità di rappresentante italiano nel Consiglio di amministrazione del Gruppo mondiale delle Casse di risparmio (WSBI), accreditato ai lavori del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, interverrà con la propria consueta, pungente e saggia sagacia nel programma condotto da David Parenzo su LA7 domani sera.
A tenere banco, di nuovo, il concetto di extra-profitti, definiti giustamente un non-senso dal Presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli, che il Ministro Giorgetti vorrebbe puntare a rafforzare attraverso il criterio di progressività fiscale sui settori ritenuti più beneficiati dagli shock susseguitisi dal 2020 a oggi. Ciò amplierà il divario già evidente fra il leader leghista Matteo Salvini e quello di Forza Italia Antonio Tajani, quest’ultimo dichiaratosi contrario a qualsiasi nuova tassa.