Coldiretti Torino ha espresso in una nota stampa la forte preoccupazione di fronte alla importante riduzione della capacità di transito delle merci tra Torino e la Francia.
L’associazione di categoria denuncia inoltre che «Dai valichi delle Alpi Occidentali che mettono in collegamento il sistema economico del nostro Nord Ovest con la Francia, con l'Europa occidentale e il Nord Europa transitano 46,4 milioni di tonnellate di merci l'anno. Solo dal tunnel ferroviario del Frejus passano ogni anno 3,4 milioni di tonnellate di merci con una significativa percentuale di merci alimentari rappresentata soprattutto da cereali».
«Il sistema agroalimentare torinese - sottolinea Coldiretti Torino - esporta verso il Nord Europa, attraverso i valichi ferroviari e autostradali delle Alpi Occidentali, prodotti che sono il cuore del vanto del Made in Italy come frutta, carni, farine, vini, prodotti lattiero caseari, prodotti da forno. In particolare, è il settore frutticolo a soffrire di più. La maggior parte della frutta, soprattutto mele e pere, che si sta raccogliendo in queste settimane nel Pinerolese, è destinata ai mercati del Nord Europa. Proprio in queste settimane è in pieno svolgimento la raccolta e la spedizione della frutta torinese verso i mercati esteri».
«Le aziende agricole e alimentari del nostro territorio - prosegue l'associazione - esportano verso la Francia oltre 27 milioni 800mila tonnellate di prodotti dell'agricoltura e oltre 300 milioni e 900mila tonnellate di prodotti alimentari. Un export che vale l'8,7% della bilancia delle esportazioni del Torinese e che vede un trend in crescita rispetto al periodo pre-Covid rispettivamente del 48,6% e del 53,7%».
«La riduzione della capacità di transito delle merci attraverso le Alpi - osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - allarma le aziende agricole che esportano verso il Nord Europa e le aziende agrituristiche che lavorano con i clienti francesi». Per l'export agroalimentare torinese si profila anche il rischio che molti operatori della logistica ridimensionino la loro presenza al servizio degli hub torinesi e con il crollo della logistica sarebbe anche il crollo dell'export agroalimentare.
«Ricordiamo - aggiunge - che la linea storica del Frejus avrebbe dovuto essere progressivamente saturata con lo spostamento delle merci dalla gomma alla rotaia. Era questo l'assunto che stava alla base della necessità di realizzare la Torino-Lione».