La situazione è grave e preoccupante per l'economia dell'intero territorio piemontese. Il comparto delle nocciole in dieci anni ha avuto una crescita notevole in termini economici e di produzione, passando da 15 mila a quasi 28 mila ettari di superfici coltivate, ma negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione dei volumi con un calo generalizzato di produzione, dalle colline tradizionalmente vocate delle Langhe agli impianti di pianura dove è possibile l'irrigazione. Situazione che si aggrava ulteriormente anche per la presenza della fauna selvatica.
Lo ha affermato Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore corilicolo.
Mentre Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale hanno annunciato: «A fronte di una crisi come quella di quest'anno, senza precedenti, abbiamo chiesto alla Regione lo stato di emergenza del settore affinchè si possano mettere in atto tutte le misure necessarie a sostegno del comparto, per esempio attraverso lo strumento della ricerca scientifica, indirizzata verso l'analisi e la comprensione delle cause e dei fattori che stanno portando a questi risultati estremi. È necessario un sostegno alla corilicoltura e alle imprese che credono nelle produzioni di qualità, impegnandosi col loro lavoro a preservare i territori», hanno concluso.