Senza terra, per la Terra”. Poche parole che raccontano tuttavia alla perfezione il progetto di LangaPonica, società che – tra Langhe e Roero – investe nella sostenibilità dei processi produttivi, coltivando – interamente fuori suolo – ortaggi e microgreens. Nel pomeriggio di martedì 24 settembre la startup agricola innovativa ha inaugurato ufficialmente il suo impianto all’avanguardia: una grande vasca da 75.000 litri d’acqua al servizio di 10.000 braghe, disposte su 500 torri verticali, sfruttando la concessione di un brevetto innovativo.
Alla base dell’innovazione dei processi impiegati per produrre ortaggi in LangaPonica ci sono due tecniche di coltivazione fuori suolo: l’idroponica e l’acquaponica, con un’attenzione particolare al tema della sostenibilità. L’acquaponica differisce dall’idroponica perché a quest’ultima tecnica di coltivazione fuori suolo abbina l’acquacoltura, cioè l’allevamento del pesce. All’interno delle due serre che costituiscono l’impianto acquaponico di Bra vengono allevate un centinaio di carpe koi giapponesi, al fine di ottenere il concime naturale per nutrire ortaggi, micro ortaggi e fiori eduli che l’azienda produce.
LA GENESI. Da una piccola piscina e pochi scaffali nella cantina di casa, a La Morra, all’acquisto del terreno a Bra, in zona Orti, con la realizzazione di un primo impianto sperimentale: in principio sono Antonio Mucci – chef con il pollice verde, da sempre attento ai nuovi trend in cucina, oggi Responsabile della Produzione – ed Emanuele Negro – imprenditore e sportivo, appassionato di alimentazione sana e nutrizione, oggi Responsabile commerciale –, due amici accomunati dalla passione per la pesca, con un occhio sempre attento ai progetti Green. Il periodo del lockdown, nella fase acuta del Covid-19, accelera l’evoluzione di LangaPonica, facendo di un esperimento tra amici un’azienda agricola con lo sguardo rivolto al futuro, con l’ingresso in società di Pietro Ramunno, titolare dell’agenzia di comunicazione Impresso, startupper attento a progetti innovativi a elevata sostenibilità ambientale (oggi Responsabile Marketing e Comunicazione): è il tassello mancante per fare il salto di qualità a livello imprenditoriale e sul fronte della divulgazione del progetto, che risponde a numerosi obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile.
L’IMPIANTO INNOVATIVO. Lo scorso anno arriva l’importante investimento, sostenuto dal PSR 2021-2027, per l’installazione del nuovo impianto a Bra, con l’obiettivo dichiarato di rendere questo progetto scalabile, per poterlo replicare in aree caratterizzate dalla scarsità di acqua e/o di suolo agricolo e in aree particolarmente inquinate in cui realizzare nuovi impianti – grazie alla coltivazione fuori suolo, all’interno di serre –, avvantaggiandosi di un posizionamento pioneristico e diffondendo la cultura acquaponica, attraendo investitori che vogliano investire nella Green Economy e nell’innovazione agricola, che sta correndo sempre più veloce. Quali sono le sue caratteristiche peculiari?
PRODUZIONE CIRCOLARE. La produzione è organizzata secondo uno schema circolare in cui acqua, pesci e piante si sostentano in maniera sinergica. Nel cuore dell’impianto troviamo una vasca da 90 metri cubi di capienza nella quale vivono e vengono allevate le carpe koi. Questi straordinari animali producono materiale organico di scarto che è sostituto ideale dei fertilizzanti industriali. Nell’impianto acquaponico di Bra il consumo di suolo viene minimizzato dal sistema verticale brevettato a torre idroponica che permette di decuplicare la quantità di ortaggi coltivabile al metro cubo e di contrastare l’impoverimento dei suoli, grazie alla messa al bando dei fertilizzanti industriali, corresponsabili di inquinamento atmosferico, acidificazione del suolo e perdita di biodiversità. E per proteggere gli ortaggi, lotta biologica con le coccinelle.
SGUARDO RIVOLTO AL FUTURO. La stessa tipologia di impianto potrà essere replicata ovunque: dalle zone ad alta urbanizzazione a quelle segnate dalla penuria di acqua, passando per le aree i cui terreni non sono produttivi: il progetto di LangaPonica è pensato per essere scalabile e replicabile.