Una promozione da una categoria dilettantistica ad una professionistica non è solo una questione ‘di campo’, ma anche ‘di scrivania’. Una società da sempre virtuosa come il Bra è chiamata a raccogliere una grande sfida. Ne abbiamo parlato con il DG giallorosso Pietro Sartori.
Sartori, la vittoria di una squadra, ma anche di una società e di un “modello”...
Una vittoria inaspettata, ma assolutamente non casuale, perché ottenuta strameritatamente sul campo. Undici anni fa avevamo guadagnato una categoria superiore, siamo subito scesi: probabilmente non eravamo pronti. Il Bra è una società solida, una delle poche che ha giocato con continuità in serie D. Con il nostro presidente Giacomo Germanetti riteniamo di essere una realtà con i piedi per terra, che rispetta il lavoro di tutti e rispettale entrate che arrivano dagli sponsor, dai sostenitori, dai tifosi.
Non siamo insomma una società che spende tanto per spendere: abbiamo sempore investito il giusto per la categoria, senza strafare.
Ora però la sfida si fa ancora più stimolante: si accede al professionismo, un altro mondo.
La nostra società è sempre stata una famiglia, desideriamo continuare ad esserlo. Ma è evidente che la famiglia si debba allargare:
la serie C è un’altra realtà.
Senza nascondersi dietro un dito: ci saranno da fare investimenti importanti..
La serie C richiederà tante spese moltissime in più rispetto ad oggi, ma se ci si muove in modo oculato ed intelligente si riuscirà a fare bene, anche in termini di risorse a disposizone. Penso ai ritorni sul minutaggio dei calciatori gio-
vani (con il nuovo regolamento entrato in vigore la scorsa stagione sono previste delle premialità per la formazione e l’utilizzo di calciatori convocabili per le nazionali giovanili italiane: ad esempio nel raggruppamento nord la Pro Vercelli è second in questa speciale classifica, portando a casa 295mi-
la euro, ndr), ma anche i diritti tv.
Altre certezze sulle risorse?
Abbiamo individuato 2-3 imprenditori che abbiamo già conosciuto. Siamo rimasti molto colpiti dalla serietà delle persone, e altrettanto i noistri interlocutori si sono molto interessati al nostro progetto e a come ci siamo proposti. Siamo fiduciosi che entrino a fare parte della famiglia giallorossa, ovviamente dalla porta principale.
Un tema molto dibattuto: dove giocherà il Bra? Si parla con mol-
ta insistenza di Alessandria...
Confermo, speriamo di poter definire con il “Moccagatta” come soluzione temporanea. È quella più consona e vicina a noi, oltre ad essere una sede di assoluto prestigio, blasone e storia suggestiva. Parallelamente, confidiamo molto nell’aiuto da parte della Regione Piemonte, nella persona del go-
vernatore Alberto Cirio, e nel Comune di Bra nella presona del sindaco Gianni Fogliato e di tutte le forze politico-amministrative, per un restyling del nostro “Attilio Bravi” in modo da poterlo utilizzare. Ci sono delle migliorie da fare (si ipotizza un investimento da circa un milione di euro, ndr), ma le istituzioni hanno dimostrato sin da subito una grande vicinanza. Siamo fiduciosi, giocare a Bra è uno dei nostri obiettivi.