Marta Bassino il 22 ottobre è rimasta vittima di una caduta nel corso dell’allenamento della squadra femminile in Val Senales (Bz) in preparazione del gigante di apertura della Coppa del mondo. La ventinovenne borgarina, alpina del Centro Sportivo Esercito, stava affrontando una parte pianeggiante della pista quando è scivolata. Immediatamente assistita dalla Commissione Medica FISI, si è recata all’ospedale di Merano, dove è stata sottoposta ad una lastra e successivamente ad una TAC che hanno evidenziato la frattura laterale del piatto tibiale della gamba sinistra. Marta, in accordo con la Commissione Medica FISI, è stata trasferita alla Clinica La Madonnina di Milano, dove è stata operata nella serata di mercoledì 22 ottobre dal dottore Andrea Panzeri. L’operazione, che è perfettamente riuscita, ha richiesto la riduzione e sintesi della frattura e la reinserzione del legamento collaterale mediale. La campionessa è stata dimessa nella mattinata di venerdì scorso e ora prosegue il percorso riabilitativo, già subito cominciato, che purtroppo la riporterà sugli sci non prima di quattro-sei mesi. Dunque per lei niente Olimpiadi a Cortina. 
La Bassino durante l’estate aveva cambiato un po’ tutto. Staff tecnico, skiman, pacchetto materiali. Un percorso iniziato nel modo giusto, che fino a oggi stava comunque procedendo bene. «Serve tempo per adattarsi. Ho lavorato tanto per ritrovare fluidità nella mia sciata – aveva sottolineato Marta – ma non è che una trasferta a Ushuaia, seppur di cinque settimane, basti per chiudere il cerchio. Si continua a costruire giorno per giorno, con gli allenamenti e le gare, per aggiustare e sistemare ogni dettaglio. Sul gigante di Sölden non riponevo grandi aspettative, consapevole di dover lavorare ancora molto». Marta però non vuole arrendersi a questo brutto infortunio: «Nella mia carriera sono stata molto fortunata e sinora non avevo mai avuto gravi infortuni. Questa è una nuova sfida e non voglio smettere di sognare. Ho già cominciato con la fisioterapia per tenere abbastanza mobile il ginocchio e per un mese intero non potrò appoggiare la gamba. Adesso penso solamente a guarire, un ginocchio alla fine si aggiusta, purtroppo è un incidente di percorso che può capitare nella carriera di uno sportivo. Grazie a tutti per l’affetto di questi primi giorni!». Accorato e solidale l’abbraccio alla campionessa infortunata da parte del suo Fan Club: «Anche se ci sentiamo smarriti, come probabilmente ti stai sentendo tu, noi ci siamo. Al tuo fianco. Tutti. Con un nodo in gola, ma con la stessa certezza di sempre. Adesso non conta lo sci, non contano i risultati, non contano i «tempi di recupero». Conti tu, la persona. La donna prima dell’atleta. Quella che sa affrontare tutto con grazia, e che adesso più che mai ha il pieno e inalienabile diritto alla debolezza. A noi, oggi, interessa solo c+he tu stia bene. Che tu ti senta abbracciata, sostenuta. Che tu riesca a ritrovare, oltre alla salute, la serenità, un passo alla volta, senza pressioni, senza fretta. Lo sport può aspettare. Il tuo sorriso, no. Sappiamo che la tua luce non si spegne per un infortunio. Anzi, è proprio adesso che brilla di più — in quella resilienza che ti appartiene, in quella capacità di rialzarti che avrai. Noi saremo qui, sempre, per te. Per la persona splendida che sei, che è poi il motivo per cui esistiamo. Riprendi fiato, Marta. Respira. Ti aspettiamo, quando e come vorrai».