Formaggi a latte crudo: «una follia mettere fuori gioco i piccoli produttori»

«Il problema è la demonizzazione di un’intera categoria che lavora con il massimo rispetto delle garanzie di sicurezza alimentare»

14/02/2025
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«Il problema non è l’etichetta. Anzi, è giusto rendere obbligatoria sulla confezione dei prodotti caseari a latte crudo l’indicazione del potenziale rischio per la salute che il loro consumo può comportare per i bambini e i soggetti immunodepressi. Il problema è la demonizzazione di un’intera categoria di produttori, che non ha nulla da nascondere e che lavora con il massimo rispetto delle garanzie di sicurezza alimentare. In Francia, il bollino di “prodotto a latte crudo” è considerato un vanto, un plus, perché riconosce il valore specifico di una produzione unica e altamente qualificata. Da noi, il “bollino” rischia di essere considerato un’infamia e questo non va assolutamente bene. Il “bollino” deve avere, invece, una duplice valenza: da un lato richiamare l’attenzione sulle caratteristiche specifiche del prodotto, dall’altro certificarne il valore aggiunto che lo distingue dagli altri».
Così il tecnologo Sandro Gallina, tra i maggiori esperti nel campo delle arti casearie, commenta la proposta di legge che mira a introdurre l’obbligo di etichettatura per i prodotti caseari a latte crudo. Un tema sul quale il presidente provinciale di Cia Agricoltori Cuneo, Claudio Conterno, invita a riflettere per evitare ingiustificati allarmismi e, ancor di più, scongiurare possibili e devastanti ripercussioni soprattutto sul popolo dei piccoli produttori caseari: «Nella sola zona tra Cuneo e Torino – osserva Conterno – esistono oltre duecento caseifici agricoli, che rappresentano un inestimabile patrimonio di arte casearia, tramandata da generazioni e di alto livello qualitativo. Un mondo che andrebbe valorizzato e che invece rischia di essere messo fuori gioco da assurde campagne di disinformazione, senza tener conto della reale proporzione dei fatti, perché va bene far presente ciò a cui possono andare incontro determinate categorie di persone, quando consumano determinati prodotti, nello specifico a latte crudo, come molti altri, dopo di che, far credere che le tome delle nostre tradizioni, come pure il Castelmagno e gli altri formaggi non pastorizzati siano da considerare un attentato alla salute, è pura follia. Vorrebbe dire arrendersi alla standardizzazione industriale dei prodotti, abbandonare al loro destino tutti quei piccoli produttori che hanno fatto la storia della nostra produzione casearia più caratteristica e originale».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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