Laura Sicignano, il primo romanzo è "La lingua bruciata - NY 1911"

La regista e autrice teatrale esordisce con un tema a lei molto caro, legato alla condizione femminile

Monica Bottino 17/09/2024
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Laura Sicignano è una grande narratrice di storie di donne. Sia che lo faccia scrivendo e dirigendo testi teatrali, sia, come in questo caso, affidando il proprio racconto alle pagine di un romanzo, che le consente un tempo più dilatato, per descrivere momenti anche lontani nel tempo con una rara empatia. Chi la conosce e la segue sa che Laura Sicignano è regista, autrice, direttrice di teatro. Laureata all’Università Cattolica di Milano, dopo un apprendistato accanto a noti registi e direttori italiani, nel 1994 fonda il Teatro Cargo a Genova, in cui è direttrice e regista/autrice di oltre 40 spettacoli. Dal 2002 al 2017 idea le stagioni al Teatro del Ponente e al Teatro di Villa Galliera, due spazi da lei inaugurati nel Ponente genovese, consolidando il Cargo come una delle realtà teatrali più dinamiche del panorama italiano. Ora avremo la possibilità di scoprirla come autrice di romanzo, appunto, grazie a «La lingua bruciata - N.Y. 1911», Il Canneto editore, già disponibile nelle librerie e on line. Il romanzo racconta la storia di Serafina, Lucetta e Antonia La Loggia, una madre e due figlie che lasciano il loro paese natale in Italia per cercare fortuna a New York, la «Terra Promessa» per milioni di italiani. Le tre protagoniste, che inizialmente condividono lo stesso sogno, si perdono nel dedalo della grande metropoli, ognuna intrappolata in un mondo diverso fatto di lingue nuove e traditrici, di incontri con anarchici italiani, immigrati russi, polacchi e cinesi. Le loro vite si complicano fino ad incrociare il tragico incendio della Triangle Shirtwaist Company, un evento che segnò la storia americana e ispirò la nascita della Giornata Internazionale della Donna. «Questa è una storia che cerca giustizia: un viaggio verso la terra del latte e del miele, 4 fotografie in bianco e nero, un incendio e una domanda a Dio - osserva l’autrice, che ha scritto (insieme con Laura Curino) e diretto, proprio sui questa tragedia, «Scintille», un testo teatrale tradotto in francese e tedesco e insignito di diversi riconoscimenti - The american dream  per oltre un secolo è stato la Terra Promessa per milioni di italiani. Sognavano di raccogliere dollars sugli alberi e si persero a Nuova York, persero la lingua, ne trovarono una nuova, bastarda e traditrice. Le tracce del sogno sono le fotografie in bianco e nero di Serafina, Lucetta e Antonia La Loggia, partite da un paese senza nome ai primi del Novecento, per approdare alla grande Babilonia. Nel dedalo della metropoli incontrano i circoli anarchici italiani, Dora la russa, regina delle nevi, indiani, polacchi, cinesi: una cornucopia di possibilità e trappole. Nella folla, madre e sorelle non si riconoscono più, parlano lingue diverse, le vite divergono e si complicano, finché l’imprevedibile accade e ogni progetto deflagra». 
Il grande sogno americano, ancora una volta, cresce sulla cenere di donne vittime di un sistema prepotente e feroce. È trascorso oltre un secolo da quella tragedia, ma è davvero cambiato qualcosa? 
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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