Il Festival AstiJazz 2025, oltre al già annunciato programma di concerti prevede anche un calendario di appuntamenti extra

I nuovi incontri saranno dedicati a libri e film sul jazz

Elena Marchisio 02/06/2025
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Giovedì 22 maggio ore 18 Sala Gianni Basso - Teatro Alfieri presentazione del libro "Il jazz e i mestieri" di Guido Michelone (Arcana). 

C’è chi il jazz lo suona: lo crea, lo improvvisa, lo scrive, lo propone su disco, in concerto o attraverso i social. Ma c’è anche chi il jazz lo registra, lo cura, lo diffonde, lo studia, lo analizza, lo fotografa, lo descrive, lo insegna, lo dipinge, lo critica, lo filma, lo racconta, lo organizza in festival e rassegne, lo mescola a differenti linguaggi espressivi: sono quelli che fanno “i mestieri del jazz”, ovvero tutto l’indotto che il jazz offre oltre la musica nuda e cruda. Senza questi mestieri non esisterebbe il jazz.

Guido Michelone, docente di Storia della Musica Afroamericana presso l’Università Cattolica di Milano e di Storia del Jazz al Conservatorio Vivaldi di Alessandria, già critico per numerose riviste, attualmente collabora al mensile Buscadero e al quotidiano Il Manifesto. Per Arcana sono usciti a suo nome i volumi Il jazz-film, Il jazz e le arti, Il jazz e le idee, Il jazz e le cose, Il jazz e gli animi, Il jazz e i mondi, Il jazz e l’Europa, Il jazz e l’Italia a costituire una sorta di enciclopedia jazz tematica in progress, unica al mondo nel suo genere.

Mercoledì 11 giugno ore 18 Sala Pastrone presentazione libro "Gramsci e il jazz" di Roberto Franchini (Bibliotheka).

Nei "ruggenti anni Venti" la musica jazz irrompe come un ciclone nel ritmo compassato della vecchia Europa, abituata a ruotare a passo di valzer. Quella sinfonia dell’irrequietezza si presenta agli osservatori e ai critici come un’orgia di suoni e di movimenti, di evasione e di irrazionalità. Gramsci, che dedica al jazz solo due appunti occasionali, sembra tuttavia intuirlo perfettamente: teme che finisca per prevalere una cultura elementare e ripetitiva, poco incline alla riflessione, capace di impadronirsi del corpo prima ancora che della mente. Teme una società massificata dove il jazz si intreccia con le fabbriche tayloristiche e le città americane popolate di grattacieli.

Roberto Franchini, giornalista, scrittore e saggista, è stato direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione Emilia-Romagna, presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e del Festival filosofia. Di recente ha pubblicato Il secolo dell’orso (Bompiani), Prigioniero degli altipiani (La nave di Teseo) e L' Ultima nota. Musica e musicisti nei lager nazisti (Marietti 1820).

Entrambi gli incontri sono a ingresso libero.

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