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Carlo Felice Genova, Orazi risponde ai sindacati "fuor d'opera"

"Chi accusa indichi quali sono le sottrazioni stipendiali"

22/03/2025
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Alla dichiarazione di sciopero emanata ieri da due sigle sindacali per tutte le prime del Carlo Felice di Genova fino a fine stagione (comprese le serate a Nervi), ha risposto questa mattina il sovrintendente Claudio Orazi con un documento che controbatte i punti "d'accusa" dei sindacati. "In estrema sintesi - scrive Orazi - occorre rimarcare che il primo e principale elemento di rilevanza, rispetto alla preannunciata serie di scioperi, è dato dal fatto che il 13 novembre 2024, ossia 4 mesi orsono, è stato stipulato il rinnovo del contratto nazionale delle Fondazioni lirico sinfoniche. Tale contratto, ovviamente, con riferimento al Teatro Carlo Felice viene attuato in ogni singola parte e, di conseguenza, sostenere che il sindacato ha "il dovere di reclamare quanto previsto dall'art. 36 della Costituzione Italiana" è semplicemente un fuor d'opera. Non è neppure concepibile che un ccnl stipulato da pochi mesi possa porre problemi inerenti all'adeguatezza delle retribuzioni ed essere ritenuto in contrasto con la Costituzione". C'è poi la questione degli organici. Anche in questo caso, Orazi controbatte: "Su una dotazione organica, approvata dal ministero dell'Economia e dele Finanze e dal ministero della Cultura, pari a 258 dipendenti a tempo indeterminato, i posti coperti attualmente sono pari a 252 e, dunque, la "scopertura" è pari a 6 unità. Si precisa, tuttavia che tutti i posti scoperti sono sempre stati occupati da personale a tempo determinato". "Chi muove l'accusa di risparmiare 'centinaia di migliaia di euro sulla pelle dei lavoratori' - ha infine annotato il sovrintendente - ha il dovere di indicare e specificare quali sottrazioni stipendiali siano state effettuate, a danno di quali lavoratori ed in quali circostanze. Affermazioni di tal genere servono solo ad alimentare un generico malcontento tanto più diffuso ed insidioso in quanto connotato da voluta indeterminatezza". L'impressione, insomma, è che ci sia un "muro contro muro" e che la controversia non si sanerà in tempi brevi. Sullo sfondo la scadenza del mandato di Orazi: nulla di ufficiale si sa del futuro del vertice del teatro, ma è certamente improbabile che, se qualcosa dovesse muoversi, questo possa succedere prima delle elezioni.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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