A un anno dalla morte, l’intera opera del regista Daniele Segre è stata depositata all'Archivio Nazionale Cinema Impresa, a Ivrea (Torino).
A un anno dalla scomparsa del regista torinese, l'importante lavoro di conservazione e il delicato lavoro di restauro portati avanti dal team della sede piemontese del Centro sperimentale di cinematografia ha già prodotto i suoi frutti, ridando splendore a fondamentali lavori, quali ‘Morire di Lavoro’, ‘Ragazzi di Stadio’ e ‘Il potere dev'essere bianco e nero,’ permettendone la proiezione al Torino Film Festival e presso altre rassegne cinematografiche.
Daniele Segre, regista, produttore, ritenuto uno dei migliori documentaristi italiani dagli anni Settanta a oggi, è morto il 4 febbraio 2024, pochi giorni prima di compiere 72 anni, per una malattia implacabile, che lo ha portato via mentre stava lavorando al documentario sulla vita di Bruno Segre, scomparso a 105 anni, proprio pochi giorni prima di lui.
Il progetto è stato portato avanti dal figlio Emanuele, che ha seguito le sue orme nella casa di produzione ‘I Cammelli’, fondata da Daniele Segre nel 1981. Oltre a realizzare centinaia di film, Daniele Segre ha anche dedicato gran parte della sua vita al ruolo di docente, formando generazioni di operatori e operatrici del cinema in tutta Italia, anche a Torino, con la Scuola di video documentazione sociale, a Pisa e provincia, con vari laboratori e masterclass, a l'Aquila, come direttore artistico del corso triennale di Reportage Audiovisivo, e a Roma, al Centro sperimentale di cinematografia, dove è ricordato come uno dei docenti più temuti, ma anche apprezzati.
L'Archivio ha iniziato a catalogare, archiviare e digitalizzare la collezione e, con la consulenza dei figli e di ex collaboratori del regista, ha già portato in luce opere che sottolineano l'attualità dello sguardo di Daniele Segre.