Aziende torinesi con il fiato sospeso tra l'incremento dei costi energetici e gli attesi effetti dei dazi minacciati dagli Stati Uniti. Migliora, comunque, il portafoglio ordini, ripartono gli investimenti rilevanti anche se sono ancora ampiamente negative le previsioni su ordini, produzione e fatturato mentre aumentano oltre ai costi dell'energia, le difficoltà ad incassare. Sono le conclusioni dell'indagine dell'Ufficio Studi di Api Torino sulla situazione delle imprese del territorio dalla quale emergono notevoli incertezze per il futuro.
«Stiamo vivendo un periodo caratterizzato da una grande incertezza. Oltre all'aumento dei costi di produzione, in particolare dell'energia, dobbiamo affrontare mercati con dinamiche imprevedibili e in veloce mutamento. Registriamo comunque segnali positivi anche se il momento è estremamente complesso - commenta Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino - il leggero miglioramento di alcuni indicatori emersi dall' indagine congiunturale, però, non deve trarre in inganno: le imprese si trovano in condizioni negative eccezionali per le quali occorrono strumenti altrettanto eccezionali di intervento. Alcune politiche industriali vanno nella direzione giusta, ma, da tempo, chiediamo un nuovo Pnrr così come decise moratorie da parte del sistema del credito e un sostegno delle istituzioni per il miglioramento delle condizioni di competitività del territorio e del Paese».
«Dopo la brusca frenata degli ultimi mesi, i nuovi dati relativi alle previsioni sul primo semestre 2025 segnano una sorta di tregua - aggiunge Fabio Schena, responsabile dell'Ufficio Studi che ha condotto l'indagine - i saldi restano ancora ampiamente negativi, ma meno di quanto atteso a fine 2024 lasciando intravedere un allentamento delle tensioni per la manifattura, che speriamo venga confermato già nei prossimi mesi».