Scompare improvvisamente una delle grandi firme del giornalismo sabaudo Paolo Griseri

Lascia la moglie Stefania e il figlio Gabriele a cui si stringe l'affetto di Torino e del Piemonte

Marco Cortese 26/10/2024
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In foto Paolo Griseri

È morto improvvisamente a 67 anni, stroncato da un infarto, Paolo Griseri, dagli anni Ottanta uno dei massimi esperti del mondo Fiat, oggi Stellantis, ma anche punto di riferimento della Torino degli operai. Veramente un triste momento per il giornalismo sabaudo che proprio due anni fa, il 28 ottobre 2022, aveva perso uno dei volti più apprezzati e conosciuti del TgR Piemonte, Antonio Battaglia, che negli ultimi anni scriveva anche per la rivista di geopolitica internazionale StrumentiPolitici.it, diretta da Marco Fontana.

Paolo Griseri lascia la moglie Stefania e il figlio Gabriele. Firma storica del giornalismo italiano, ha iniziato la sua lunga carriera di giornalista con il Manifesto, poi come inviato di Repubblica e della Stampa, di cui è stato anche vicedirettore. Ha seguito Sergio Marchionne dal 2004 alla scomparsa nel 2018. Con la Stampa collaborava ancora e, negli ultimi mesi, aveva raccontato la storia della Fiat, in un lungo viaggio a puntate fino alla nascita di Stellantis. Ha scritto molti libri dedicati al mondo dell'auto e alla politica: con Massimo Novelli e Marco Travaglio "Il processo", mentre con Sergio Chiamparino ha pubblicato per Einaudi "La sfida. Oltre il Pd per tornare a vincere. Anche al Nord".

Nel 2012, sempre per Einaudi, ha pubblicato 'La Fiat di Marchionne. Da Torino a Detroit'. Paolo Griseri non era solo un giornalista, era una persona di grande competenza e sensibilità. Aveva il fiuto della notizia e sapeva raccontarla. Era un punto di riferimento per tutti i colleghi, per chi aveva lavorato con lui e per i giovani perché aveva un bagaglio enorme di conoscenze, sapeva mille aneddoti su ogni argomento e ascoltarlo era davvero un piacere. Era andato in pensione da un anno, ma non se n'era accorto nessuno perché non si era mai fermato. Aveva sempre un pezzo da scrivere, da finire, una storia da raccontare.

La sua voce si sentiva sulla Stampa, in televisione, nei dibattiti che moderava a Torino e in tutta Italia. Uno dei suoi ultimi reportage per la Stampa - il racconto del rider che consegnava le pizze nell'alluvione di Bologna - riassume tutte le sue principali qualità: la sua capacità di dare voce ai più fragili, di cogliere le sfumature e di scrivere in modo fluido e insieme profondo. 

«L'improvvisa scomparsa di Paolo Griseri ci lascia addolorati e attoniti. Lascia un vuoto grandissimo, e il ricordo delle lunghe chiacchierate sulla città: bei momenti che abbiamo condiviso nel corso degli anni. Nei diversi ruoli in cui si era avvicendato prima a La Repubblica e poi a La Stampa, si era fatto interprete dei tanti cambiamenti di Torino». Così il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ricorda il giornalista deceduto questa notte. «Il pensiero in questo momento va alla sua famiglia e ai colleghi - aggiunge - insieme al cordoglio e alla vicinanza della Città di Torino».

«Con la scomparsa di Paolo Griseri il giornalismo italiano e quello torinese perdono una voce libera, appassionata, mai banale». Lo ha affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. «Profondo conoscitore della realtà industriale del Paese, del mondo del lavoro e della politica, ha dedicato alle storie delle donne e degli uomini il suo lavoro e la sua grande professionalità giornalistica. Ai suoi cari, la vicinanza e il cordoglio mio e della Regione Piemonte», ha concluso.

«Abbiamo appreso con grande dispiacere dell'improvvisa scomparsa del giornalista Paolo Griseri, le nostre più sentite condoglianze alla moglie Stefania Aloia e al figlio Gabriele. Con Paolo ci siamo conosciuti molti anni fa grazie alle vicende dell'ex-Fiat e del mondo dell'auto di cui Paolo era sicuramente uno dei massimi esperti a livello giornalistico nel nostro Paese». Lo scrive la Fim Cisl. «Lo ricordiamo per la grande professionalità e competenza. Con lui c'è sempre stata una interlocuzione vivace e rispettosa - dice la Fim - anche se da punti di vista diversi ma anche spesso in sintonia di opinioni. Ci lascia un giornalista di grande professionalità che ha saputo raccontare il Paese partendo dal mondo del lavoro e dalle vicende dell'ex- Fiat con uno sguardo lucido e critico». 

«Paolo era un giornalista scrupoloso, conosceva alla perfezione l'industria torinese e in particolar modo il settore dell'automotive. Le sue analisi, soprattutto quelle legate alla Fiat, erano sempre uno stimolo per riflettere su temi importanti per lo sviluppo economico della nostra città. Grazie Paolo, posso solo dirti che ci mancheranno i tuoi articoli, i tuoi approfondimenti, i tuoi commenti e, ovviamente, ci mancherai tu». Così Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino.

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