Madre accusata di aver annegato la figlia di 10 mesi

Aveva dieci mesi la piccola Perla, ritrovata esanime dal padre nella vasca da bagno di casa, a Nole Canavese (Torino). La donna avrebbe poi tentato il suicidio

Carlo Santori 23/11/2024
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Lo ripete ai carabinieri come un mantra: «Stiamo insieme da 18 anni, Perla era il nostro sogno. L'abbiamo voluta tantissimo». Quasi non crede a quello che è successo Antonio Parrinello, 36 anni, il papà della bimba di dieci mesi trovata senza vita, a Nole, nel Torinese.

Affogata, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, nella vasca da bagno dell'abitazione dei genitori, una villetta indipendente in via Grazioli, a due passi dal centro del paese.

La piccola sarebbe morta per mano della mamma, Carola, 34 anni, che pare fosse alle prese da qualche tempo con una grave depressione ‘post partum’. La donna avrebbe anche tentato il suicidio: adesso è ricoverata e piantonata all'ospedale Molinette di Torino, non in pericolo di vita.

Si sarebbe colpita con un coltello al torace e al collo, ma le ferite non avrebbero leso organi vitali. È stata sottoposta a un intervento chirurgico eseguito dall'equipe diretta da Giancarlo Pecorari.

A dare l'allarme è stato proprio il compagno, rientrando a casa durante la pausa pranzo. Ha trovato l'abitazione stranamente sbarrata, compresa la chiave inserita nella porta d'ingresso dall'interno. Tanto che, per entrare, è stato costretto a passare da una finestra.

Una volta all'interno dell'abitazione si è trovato di fronte la bimba ormai esanime nella vasca da bagno e, poco distante, la mamma, ferita al petto. Ha chiamato il 112 e ha tentato di rianimare la bimba: tutto inutile. Nel frattempo hanno raggiunto via Grazioli le ambulanze e i Carabinieri della compagnia di Venaria. La mamma della piccola è stata stabilizzata e trasportata con l'elicottero in ospedale, il papà in caserma per essere ascoltato dagli investigatori. Poi sono iniziati i rilievi di rito, che dovranno fare piena luce sull'accaduto.

A quanto pare la donna era in cura già da qualche mese per una depressione. Proprio nel pomeriggio era attesa dallo psicologo per una visita. La situazione potrebbe essersi aggravata negli ultimi giorni: circostanza, questa, avvalorata da alcuni biglietti che i militari dell'Arma avrebbero ritrovato all'interno della casa. Messaggi, scritti proprio dalla mamma della piccola Perla, in grado probabilmente di rendere più chiaro ciò che avrebbe portato al drammatico gesto. Sul contenuto dei biglietti, per ora, massimo riserbo da parte degli inquirenti. Di certo, la famiglia non avrebbe sottovalutato il problema: la donna era seguita da uno specialista che, nelle prossime ore, sarà probabilmente sentito dagli investigatori. Anche per capire se, in un quadro già delicato come quello della depressione post parto, possano essersi sommati altri problemi nella gestione della piccola.

Poche ore dopo il ritrovamento del corpo, il magistrato della procura di Ivrea, Elena Parato, ha effettuato un lungo sopralluogo nella villetta. Sono ancora numerose le questioni sulle quali fare chiarezza. Per questo, proseguiranno altri accertamenti tecnici, a partire da quelli sui telefoni cellulari dei genitori della bambina. Lo psichiatra Giancarlo Cerveri, membro del Consiglio della Società Italiana di Psichiatria, ricorda come il periodo post gravidanza sia «una fase di grandissima fragilità. Bisogna fare attenzione ai segnali d'allarme. Tantissimi studi hanno evidenziato come fisiologicamente c'è una deflessione del tono dell'umore transitorio che in molti casi recede spontaneamente, ma alcune donne, purtroppo, vanno incontro a una condizione depressiva molto grave, persistente, e che in alcuni casi può trasformarsi in quella che viene chiamata psicosi post partum, in cui la condizione psichica della madre diventa ancora più grave».

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