Fino all’annuncio della rottura con Italia Viva, la notizia della giornata era l’ennesima conferma che Andrea Orlando è appiattito sul M5S e l’ultrasinistra. Il canddiato del campo largo aveva infatti annunciato di voler reintrodurre in Liguria un «reddito di cittadinanza smart». Ennesimo schiaffo a chi, come Calenda e Renzi, nella coalizione erano sempre stati contrari a quel sussidio a pioggia. 
«Se c’era ancora bisogno di capire la differenza tra il modello di Liguria che ha in testa Orlando e quello che il centrodestra ha già portato avanti e intende sviluppare, oggi dsi chiarisce tutto - interviene dura Ilaria Cavo, vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera e deputato ligure di Noi Moderati -. Mentre noi abbiamo portato l’occupazione a livelli record puntando sulla meritocrazia, sull’alta formazione, sui patti per il lavoro, sul sostegno alle imprese che assumono, sull’incontro tra domanda e offerta, l’ex ministro del Lavoro vuole tornare al reddito da divano, all’assistenzialismo più inutile, che dopo 34 miliardi di euro spesi in 4 anni non ha portato un solo posto di lavoro. Dopo il fallimento del reddito di cittadinanza classico, ora cosa intende Orlando per smart? Piccolo? Dà solo qualche centesimo? Veloce? Cioè, che dura il tempo di un’intervista? Intelligente? Perché pensa di fregare qualcun altro con questa promessa? Elegante? Nel senso che così glissa con eleganza su ricette vere e concrete che non ha? La cosa incredibile è che Orlando riesce a smentire persino se stesso nel giro di tre righe. Nella stessa intervista parla di lavoro di qualità, salari alti e contratti stabili. Poi, per compiacere il M5S, inventa il reddito di cittadinanza al pesto. Ecco la serietà proposta dal campo largo ai liguri».