Anche professionisti genovesi nel gruppo FB «MiaMoglie»

Medici, insegnanti, militari, ma non solo, scoperti dall’attivista Biancamaria Furci. E Valentina Ghio (Pd) si appella alParlamento

Monica Bottino 21/08/2025
Immagine mia moglie.jpg - {Immagine mia moglie.jpg} - [122425]
Medici genovesi, appartenenti alle forze dell’ordine, avvocati, insegnanti e tanti altri uomini che si sono iscritti senza nemmeno badare a nascondere la propria identità. Il gruppo Facebook «MiaMoglie», di cui si sta parlando in questi giorni, è stato chiuso da Meta dopo che è stato scoperto e segnalato, ma c’è chi, a Genova, prima che venisse rimosso dal web, ha riconosciuto diverse persone, che adesso potrebbero non dormire sonni proprio tranquilli, se venissero riconosciuti atti illeciti dalla Polizia Postale. Per chi non lo sapesse, il gruppo funzionava così: gli oltre 32mila uomini iscritti (naturalmente non solo genovesi) condividevano - impossibile capire se ci sia stato o meno, di volta in volta il consenso dell’interessata, non partecipante al gruppo - foto intime delle loro mogli, fidanzate o compagne, accompagnandole da commenti volgari o di scherno, incitandosi a chi osava di più con le immagini o i commenti. Ma l’attivista genovese Biancamaria Furci, che da alcuni anni si occupa di linguaggio e social denunciando discriminazioni di genere, ha voluto indagare ed è riuscita a entrare nel gruppo prima che Meta lo chiudesse. «Ho cercato gli uomini della mia città (Genova) iscritti al gruppo Facebook di scambio di foto e video nella stragrande maggioranza dei casi non consensuale di mogli e partner per ottenere un voto, un commento, per far eccitare altri uomini, per esporre in piazza la proprietà su queste donne».
«Ho cercato solo quelli iscritti prima di ieri, visto che molte persone si stanno iscrivendo per poter commentare con indignazione. E chi ci ho trovato? Poliziotti. Militari. Medici. Dirigenti sanitari. Avvocati. Insegnanti. Docenti universitari. Diteci ancora che dobbiamo sentirci al sicuro a denunciare, a farci prendere in cura, a girare per strada, a studiare». 
E da Genova è partita anche la mobilitazione promossa da Valentina Ghio, deputata Pd. «È uno schiaffo in faccia - scrive la parlamentare - nel 2025 ci troviamo ancora davanti a spazi digitali che trasformano i corpi e la vita delle donne in merce da esibire e insultare, normalizzando l’odio misogino e la prevaricazione maschilista. Non è bastato il caso Pelicot? (il riferimento è al caso che ha scosso la Francia, ndr). Non è goliardia, non è leggerezza: è violenza. Ma soprattutto dimostra che non basta la consapevolezza diffusa: serve una presa di posizione collettiva. Da parte della politica, delle istituzioni, delle piattaforme social, ma anche e soprattutto degli uomini, che devono dire basta a questa cultura tossica». Ghio ha subito allertato colleghe e colleghi del gruppo Pd in Commissione Femminicidio affinché ci sia stretta vigilanza per impedire la riapertura del gruppo sotto altra forma. Manforte anche da Donatella Alfonso, giornalista, scrittrice e consigliera comunale. «Rendersi conto di questo schifo fa il paio con la tremenda vicenda francese di Gisèle Pelicot, drogata e venduta dal marito a innumerevoli uomini per un decennio almeno. Lei ha avuto il coraggio di sostenere un processo durissimo; qualcuna di queste donne usate come oggetti da cedere, si riconoscerà in quelle immagini? Saprà reagire? Sarà fondamentale esserci a loro sostegno, in quel momento», il suo commento. Intanto Meta ha fatto sapere di avere rimosso «il Gruppo Facebook Mia Moglie per violazione delle nostre policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti», come ha spiegato un portavoce di Meta. «Non consentiamo contenuti che minacciano o promuovono violenza sessuale, abusi sessuali o sfruttamento sessuale sulle nostre piattaforme - ha aggiunto - Se veniamo a conoscenza di contenuti che incitano o sostengono lo stupro, possiamo disabilitare i gruppi e gli account che li pubblicano e condividere queste informazioni con le forze dell’ordine».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
Editore: POLO GRAFICO SPA
Via Giovanni Agnelli 3,
12081 Beinette (CN)
+39 0171 392211
P.IVA: 02488690047

Il Giornale del Piemonte e della Liguria

Il quotidiano on line "Il Giornale del Piemonte e della Liguria web" è il nuovo media della galassia del gruppo Polo Grafico Spa, editore da oltre 25 anni nei territori di Piemonte, Liguria e Regione Paça (Costa Azzurra). Il gruppo edita da oltre vent'anni il quotidiano nella versione cartacea "Il Giornale del Piemonte e della Liguria".

Polografico Spa - P.IVA: 02488690047

Chi Siamo | Contatti | Cookies | Privacy