A Genova l'odissea della nave Santa Cruz finita sotto sequestro conservativo

E' diventata un vero e proprio "vascello fantasma" carico di problemi

10/05/2025
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Una storia di promesse mancate e condizioni di crescente difficoltà sta tenendo bloccata nel porto di Genova la nave Santa Cruz. Acquistata all'inizio di ottobre 2024 da un armatore sloveno con l'ambizioso progetto di riprendere il mare per un servizio di traghetti affidato alla compagnia algerina L'Aures, con rotte tra Spagna e Nordafrica, l'imbarcazione si è rivelata ben presto un vero e proprio "vascello fantasma" carico di problemi. Già dopo l'acquisto, sono emerse gravi carenze strutturali e impiantistiche: porte tagliafuoco mancanti e sistemi non conformi alle normative. Questi problemi hanno immediatamente inchiodato la nave nel porto di Genova, prima in Ente Bacini e ora a ponte Colombo. Gli ingenti lavori di riparazione necessari si sono scontrati con la progressiva interruzione dei finanziamenti, lasciando l'armatore sommerso dai debiti e la nave immobile dallo scorso autunno. Ma la vicenda ha un risvolto umano ancora più drammatico. A bordo della Santa Cruz vivono 22 membri dell'equipaggio: un comandante italiano, marittimi filippini, croati e montenegrini. Un silenzio forzato cala sulle loro testimonianze davanti alle telecamere, ma la loro situazione parla chiaro: per mesi, i loro stipendi sono arrivati a singhiozzo, rendendo la vita a bordo sempre più precaria. Il racconto sottovoce di chi ha vissuto quei momenti dipinge un quadro di crescente degrado. Il punto più critico è stato toccato quando è venuto a mancare il combustibile, lasciando la nave spenta e il sistema di ventilazione inattivo, rendendo l'aria irrespirabile sotto coperta. Sebbene il cibo sia stato garantito, alcuni marinai hanno nel frattempo fatto ritorno a casa. Un membro dell'equipaggio filippino confida che i suoi connazionali ricevono un sostegno dalla cassa marittima di Manila. Altri, invece, non percepiscono più alcun salario e hanno denunciato condizioni di vita al limite della dignità, tanto da spingere l'ambasciata montenegrina a Roma ad attivarsi per tutelarli. Attualmente, la nave battente bandiera italiana si trova sotto sequestro conservativo da parte della capitaneria di porto, che ha provveduto a far rifornire di gasolio l'imbarcazione per garantire almeno condizioni di vivibilità a bordo. La complessa vertenza è seguita con attenzione dai sindacati Fit Cisl e Filt Cgil, insieme al sindacato internazionale Itf, con il costante monitoraggio dell'organizzazione Stella Maris, da sempre al fianco dei marittimi in difficoltà. Il futuro della Santa Cruz resta incerto. Se si dovesse trovare un nuovo acquirente, questi dovrebbe farsi carico di sanare tutte le numerose irregolarità riscontrate. Al momento, la nave è sprovvista della certificazione necessaria e non è quindi autorizzata a navigare, rimanendo un simbolo di un progetto naufragato e delle difficili condizioni di chi lavora per mare.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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