Il Piemonte scende in quinta posizione tra le regioni esportatrici

Nel 2024 le vendite all’estero crollano del 4,9% a causa delle emergenti difficoltà nei mercati internazionali. Complice anche la crisi della Germania

Marco Cortese 16/03/2025
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Il Piemonte è una regione fortemente orientata all’export e di conseguenza inevitabilmente influenzata dalle dinamiche dei mercati esteri. La sua economia risulta più vulnerabile di altre alle fluttuazioni della domanda estera, ai cambiamenti nei tassi di cambio e alle condizioni economiche globali.

La specializzazione in settori come quello dei mezzi di trasporto, che sta vivendo un periodo di profonda trasformazione, segnato dalle molteplici sfide a livello mondiale, e lo stretto legame con partner commerciali quali la Germania, tradizionalmente considerata la locomotiva d'Europa, ma che ora sta attraversando un periodo di notevoli difficoltà, stanno penalizzando il commercio estero piemontese.

Nel 2024 il valore delle esportazioni di merci piemontesi si è attestato a 60,5 miliardi di euro, registrando un calo del 4,9% rispetto al 2023, anno in cui le vendite oltre confine di merci piemontesi avevano raggiunto i 63,6 miliardi di euro.

Anche le importazioni hanno manifestato una contrazione lievemente meno intensa (-3,7%), raggiungendo i 45,3 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 15,3 miliardi di euro, si è confermato, dunque, ancora una volta di segno positivo.

Se nel 2023 il Piemonte aveva segnato il risultato migliore tra le principali regioni esportatrici italiane, nel 2024 non solo ha evidenziato il calo più significativo, ma ha anche perso la quarta posizione a vantaggio della Toscana, regione che, invece, ha fornito il contributo più significativo per la tenuta dell’export nazionale.

«I dati del 2024 ci consegnano un quadro molto complesso per l'export piemontese. La nostra regione, fortemente orientata verso i mercati esteri, ha risentito fortemente delle turbolenze economiche globali. Questo risultato ci pone di fronte a sfide significative, ma non ci deve scoraggiare. È evidente che la nostra specializzazione in settori come l'automotive, in piena trasformazione, ci rende vulnerabili alle oscillazioni del mercato. Tuttavia, è importante sottolineare che il Piemonte mantiene un saldo commerciale positivo di 15,3 miliardi di euro, segno di una solida base produttiva. Nonostante la flessione, alcuni settori mostrano segnali positivi come l'agroalimentare e il tessile e l’abbigliamento. Il nostro obiettivo è sostenere le imprese piemontesi nell'affrontare le difficoltà, promuovendo l'innovazione, la diversificazione dei mercati e la formazione professionale. Solo lavorando in sinergia potremo cambiare questo trend e recuperare la nostra posizione sui mercati internazionali» – commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

Nel 2024, l'export italiano ha registrato solo una leggera flessione (-0,4%) rispetto all'anno precedente. Questa diminuzione è stata il risultato di andamenti diversificati a livello regionale: le Isole e il Sud Italia hanno subito le contrazioni più marcate, mentre il Nord-Ovest e il Nord-Est hanno mostrato cali più contenuti. Al contrario, il Centro Italia ha evidenziato una forte crescita delle esportazioni.

Tra le principali regioni esportatrici, la Lombardia ha evidenziato una stabilità delle proprie vendite oltre confine rispetto al 2023 (+0,6%), confermandosi la prima regione per export a livello nazionale con una quota pari al 26,3%.

Al secondo posto per incidenza sul totale italiano (13,4%) si colloca l’Emilia Romagna, che ha mostrato una riduzione dell’export dell’2%.

Terzo per peso (12,9%) il Veneto, che ha registrato un calo delle vendite oltre confine dell’1,8%.

Grazie a un incremento a doppia cifra delle proprie esportazioni (+13,6%), in buona parte sostenuto dalla vendita oltre confine di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, la Toscana ha conquistato la quarta posizione, generando una quota del 10,1% dell’export italiano.

Il Piemonte, registrando un calo di oltre 3 miliardi del valore delle merci esportate nel 2024 rispetto al 2023, pari a una variazione percentuale del -4,9%, scende così in quinta posizione, con una quota dell’export nazionale che si attesta al 9,7%.

I mezzi di trasporto, nonostante il calo medio annuo del 21,3%, rappresentano ancora il primo settore di specializzazione delle esportazioni piemontesi, con una quota del 21,4%.

Al secondo posto si colloca il comparto meccanico: la variazione registrata si è attesta al -0,6% sul 2023. L’alimentare, con oltre 8,6 miliardi di merci esportate nel 2024, occupa la terza posizione, evidenziando un incremento del 4,7% delle esportazioni. La filiera del tessile e abbigliamento, grazie a uno sviluppo delle vendite oltre confine del 7,5% si porta in quarta posizione, mentre la chimica segna una contrazione dello 0,9%. La gomma plastica genera invece una quota del 7,4% e mostra un aumento dell’export dell’1,7%. I metalli, infine, subiscono un calo (-5,5%) superiore a quello medio regionale.

Analizzando nel dettaglio il risultato mostrato dai mezzi di trasporto, emerge come la performance maggiormente penalizzante appartenga all’export di autoveicoli, che segna, nel corso del 2024, un calo di oltre 34 punti percentuali.

Anche la componentistica autoveicolare subisce una flessione, ma di entità decisamente più modesta (-2%). Il comparto aerospaziale segna una battuta d’arresto, registrando un calo delle vendite oltre confine del 28,9%. In calo anche la nautica, mentre tiene il ferro tranviario.

Per quanto riguarda i principali mercati di sbocco della vendita di autoveicoli piemontesi, le contrazioni più significative riguardano Germania (-52,7%), Stati Uniti (-51,5%) e Francia (-32,0%).

La principale area di destinazione delle vendite piemontesi all’estero è, anche nel 2024, quella comunitaria: tra gennaio e dicembre dello scorso, infatti, i Paesi dell’Ue-27 hanno acquistato prodotti locali per 36,5 miliardi di euro, generando il 60,3% dell’export regionale, a fronte del 39,7% assorbito dai mercati extra Ue-27.

Per quanto accomunate dal segno meno, le dinamiche esibite dalle esportazioni nei due bacini di riferimento sono apparse di intensità differenti, con le seconde che hanno scontato una flessione più che doppia rispetto alle prime (Ue-27 -3,2%; Extra Ue-27 -7,3%).

Nel dettaglio dei singoli Paesi, Francia e Germania si confermano primo e secondo mercato di sbocco delle merci piemontesi, generando rispettivamente il 15,3% e il 13,3% del valore complessivo.

Nel corso del 2024, entrambi i partner hanno ridotto il valore degli acquisti di prodotti locali, con le vendite dirette in Germania (-11,2%) che hanno, però, scontato una flessione di intensità quasi doppia rispetto a quelle destinate al partner transalpino (-5,9%), risultato che è apparso fortemente condizionato dalle pesanti contrazioni subite dalle esportazioni piemontesi di autoveicoli e componenti verso il mercato tedesco.

Gli Stati Uniti restano il terzo partner di riferimento dell’export piemontese, con una quota dell’8,3%, pur avendo registrato, nel corso del 2024, un calo superiore a quello medio regionale (-7,3%). Tale dinamica è scaturita in primo luogo dalle flessioni del valore delle vendite regionali di macchine di impiego generale, autoveicoli e articoli di gioielleria e bigiotteria.

Seguono Spagna, Polonia e Regno Unito, che hanno assorbito rispettivamente il 6%, 5,3% e 4,2% del valore delle vendite oltre confine di prodotti locali.

Le performance sperimentate su questi mercati sono apparse fortemente eterogenee: la Polonia ha registrato un incremento di 6 punti percentuali, la Spagna una sostanziale stazionarietà, il Regno Unito un calo prossimo ai 7 punti.

Restando all’interno dei confini comunitari, si segnalano i risultati pressoché opposti messi a segno dalle esportazioni piemontesi in Belgio(-12,4%) e Paesi Bassi (+11,5%), mentre al di fuori si evidenziano la crescita registrata in Cina (+11,1%) e le flessioni scontate, per contro, in Svizzera (-9,9%) e Turchia(-15,2%).

Analizzando il contributo fornito dalle singole realtà provinciali, si evince come il 42,5% dell’export regionale sia generato dalla provincia di Torino, seguita da Cuneo (18,5%), Alessandria (12,1%) e Novara (11%).

In termini di dinamica, la flessione del 4,9% scontata a livello complessivo regionale è scaturita da risultati locali fortemente eterogenei, che riflettono le differenti specializzazioni settoriali dei tessuti produttivi provinciali.

Torino (-13,1%) e Biella (-11,1%) hanno registrato i cali più intensi, mentre Cuneo (+5,2%), Novara(+5,5%) e, soprattutto, Vercelli (+9,7%) si sono rese protagoniste di performance particolarmente positive sui mercati esteri.

Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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