Confagricoltura di Asti con il presidente Gabriele Baldi e il direttore Mariagrazia Baravalle hanno voluto augurare buon lavoro al nuovo commissario straordinario per la gestione dell'emergenza della Psa - Peste Suina Africana Giovanni Filippini con l'auspicio che vengano adottati quanto prima interventi rapidi e mirati sul territorio dell'Astigiano per contenere questa terribile malattia che sta costringendo all'abbattimento di numerosi capi suini. Al tempo stesso l'Organizzazione agricola astigiana spera che si prosegua con l'opera di contenimento della fauna selvatica che in questi anni ha ridotto notevolmente il numero di specie di ungulati all'interno del territorio provinciale
«In questo momento critico, in cui azioni tempestive e concrete sono fondamentali per la salvaguardia del comparto suinicolo, Confagricoltura conferma la massima disponibilità al confronto e alla collaborazione per un supporto immediato agli allevatori» fanno sapere da Confagricoltura Asti.
Il settore suinicolo in Italia, con 8,1 milioni di capi (purtroppo in calo, in confronto ai circa 8,8 milioni nel 2020) in oltre 26mila allevamenti, vale 4,3 miliardi di euro come produzione agricola e 9,1 miliardi di euro considerando la trasformazione, nonché 2,3
miliardi come export, ossia il 3,6% del totale dell’agroalimentare (dati ISMEA). Al momento, il mercato interno oscilla e stenta a ripartire con vigore. L'ultimo rapporto ISMEA, infatti, segnala un +0,6% per i capi destinati al macello (primo quadrimestre del 2024) e un progressivo calo dei costi di produzione.
Notevole anche il contributo degli allevamenti alla produzione DOP ed IGP. L’Italia vanta 21 DOP e 22 IGP di prodotti a base di carni suine, con 2,27 miliardi di euro di valore alla produzione e 5,62 miliardi di euro al consumo. Solo i due prosciutti, Parma e San Daniele, valgono 1,3 miliardi di euro alla produzione. Restiamo il primo esportatore mondiale di preparazioni e conserve stagionate, con un fatturato pari a 2,1 miliardi di euro. Tuttavia, il comparto è scosso dalle criticità legate alla PSA che causa limitazioni all'export e costi di produzione ancora elevati, con relativi contraccolpi sui consumi, anche interni.