Coldiretti Asti plaude all’approvazione delle Tecniche ad evoluzione assistita

Le Tea possono essere utili alla salvaguardia, tra il resto, di diverse varietà di vitigni

05/11/2025
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L’approvazione della risoluzione sulle TEA (Tecniche ad Evoluzione Assistita), da parte della IX Commissione del Senato, conferma la volontà dell’Italia di guidare l’innovazione in campo agricolo e di mettere la ricerca al servizio degli agricoltori, per affrontare le sfide del cambiamento climatico, della sostenibilità e della difesa fitosanitaria.
Applicate all’agricoltura in generale, e alla viticoltura in particolare, le TEA diventano strumenti concreti per salvaguardare varietà di vitigni a rischio di malattie e minacciate dagli effetti dei cambiamenti climatici. Paralllelamente, le Tea concorrono alla riduzione di fitofarmaci in vigna. A differenza delle OGM, che sono letteralmente Organismi Geneticamente Modificati, per le Tea si parla di Cisgenesi e di correzione/riscrittura del genoma (Genome editing). In particolare, la Cisgenesi trasferisce geni all’interno della stessa specie, o tra specie strettamente imparentate tra loro, mentre col Genome editing si interviene andando ad imitare una delle possibili mutazioni in natura, quindi, con la rottura della catena a doppio filamento del DNA.
«Un processo che, in natura, può avvenire per effetto di radiazioni ionizzate o ultravioletta, oppure, in presenza di errori di trascrizione e di copiatura del filamento del DNA - spiega l’agronomo e divulgatore scientifico Maurizio Gily, che aggiunge - In questi casi, la cellula cerca di riparare da sé la rottura e, nel farlo, per errore, produce il cambiamento di alcune basi azotate”. Di queste nuove tecniche, l’Italia ne detiene il primato per studio e pubblicazioni scientifiche, cercando di imitare, almeno nel risultato finale, ciò che in natura può avvenire spontaneamente.
Questa tecnica è già utilizzata con successo nella medicina umana, ma in ambito vegetale è ancora in fase di studio/sperimentazione, per l’ottenimento di piante tolleranti all’oidio e alla Peronospora. Oggi, più che mai, l’interesse guarda anche alla sfera climatica, pensando alla riscrittura del genoma con l’intento di agire sia sui portinnesti, per avere radici più profonde e con maggiore capacità di penetrazione, sia sulla parte area, per ridurre la disidratazione frutto-fogliare. Agendo su appena 1, 2 o 3 geni, si otterrebbero vigneti resistenti, clonati dalla stessa varietà. Attivando un gene di resistenza silente o silenziandone uno di suscettibilità attivo, si otterrebbero grandi risultati, con prospettive positive, anche, in termini di salvaguardia e aumento della biodiversità».
«Ora è fondamentale ottenere un definitivo via libera, anche in vista dell’insediamento della nuova presidenza UE per il prossimo semestre, così da poter rispondere concretamente ai bisogni dei nostri imprenditori, senza perdere terreno rispetto ad altri Paesi, che hanno già intrapreso questa strada», osserva la presidente Coldiretti Asti Monica Monticone, altresì viticoltrice e delegata Coldiretti alla viticoltura a livello regionale.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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