Nuovamente tensione al Carcere San Michele

Un detenuto aggredisce poliziotti in carcere

Carlo Santori 19/08/2025
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Un detenuto straniero del Nord Africa, già resosi protagonista di eventi critici nel corso ella sua detenzione, verso le 11 prima si è rifiutato di rientrare in cella, senza alcuna ragione, e poi, appena giunto l’Agente di Polizia Penitenziaria di sorveglianza, accompagnato da due altri colleghi, si è scagliato contro di loro, tirando pugni e calci ai poliziotti che sono poi dovuti ricorrere alle cure del locale Pronto Soccorso., Ne da notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

«Ancora una volta – dichiara Vicente Santilli, segretario del SAPPE – assistiamo ad un episodio che dimostra quanto sia difficile e pericoloso il lavoro della Polizia Penitenziaria. Un fatto gravissimo, che non può restare senza conseguenze».

Alla luce dell’accaduto, il Sappe chiede l’immediato trasferimento del detenuto in un istituto fuori regione, sia per garantire la sicurezza del personale, sia per favorire un reale percorso rieducativo. 

«Il trasferimento – prosegue il sindacalista – è un atto necessario e urgente. Inviare un segnale forte significa non solo tutelare chi lavora quotidianamente in condizioni estreme, ma anche ribadire che il percorso trattamentale sia fondato sul rispetto delle regole e delle persone».

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria esprime solidarietà e vicinanza al personale coinvolto, sottolineando ancora una volta la necessità di interventi concreti a tutela delle donne e degli uomini in divisa che operano nelle carceri italiane.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, commenta: «Abbiamo apprezzato molto, ed apprezziamo, quel che il Governo ha fatto per il Corpo di Polizia Penitenziaria, sia in termini di assunzioni che di modifiche normative a favore dell’operatività dei Baschi Azzurri. Ma i responsabili degli atti di violenza in carcere devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri, devono essere subito espulsi dall’Italia: se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se invece si trattasse di detenuti con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzioni, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione». Il segretario generale del SAPPE richiama, infine, il discorso qualche settimana fa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria: «è particolarmente importante che il sistema carcerario disponga delle risorse necessarie, umane e finanziarie, per assicurare a ogni detenuto un trattamento e un regime di custodia che si fondino su regole basate su valutazioni attuali per ciascuno, con obiettivo rivolto al futuro. E tutto questo, come ha ricordato il Presidente della Repubblica, questo deve essere fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione; per rispetto del nostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria; per rispetto dei suoi Caduti: vittime del terrorismo, della criminalità. E che ricordiamo con commozione».

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