«Necessario ridurre le dipendenze dall’estero»

La Provincia è la più cerealicola del Piemonte con 34mila ettari vocati e 2mila quintali di frumento prodotto

12/09/2025
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I cerealicoltori alessandrini e piemontesi hanno lanciato lo stop alle importazioni selvagge che hanno fatto entrare nel 2024 sul suolo italiano ben 56 milioni di quintali di frumento tenero, di cui oltre 7 milioni in Piemonte, con un aumento rispetto agli anni precedenti del 22%.
In particolare, sono aumentati gli arrivi da Ungheria, Austria e Francia, ma soprattutto da Ucraina, Canada e nord America, ovvero da Paesi extra Ue dove il grano viene coltivato con sistemi vietati in Europa da anni, come il glifosate.
E’ quanto ha denunciato Coldiretti nell’ambito della conferenza stampa “Filiera Gran Piemonte, una risposta concreta all’economia territoriale e alla deriva delle importazioni” organizzata nella sede di Coldiretti Piemonte, con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, a cui ha preso parte una delegazione di Coldiretti Alessandria, la provincia più cerealicola con i suoi 34mila ettari e 2 mila quintali di produzione di frumento tenero.
Un prodotto del territorio di grande eccellenza che va tutelato con risposte concrete grazie ai progetti di filiera, facendo appello all’agroindustria.
«Perché qui il grano viene coltivato e non ‘semplicemente’ seminato: un lavoro attento e minuzioso, fatto di quotidianità e di dedizione che dura da novembre a luglio con grande attenzione alla qualità e alla sostenibilità, facendo i conti con clima impazzito e prezzi lontani dall’essere equi e remunerativi», ha introdotto l’argomento il delegato confederale di Coldiretti Piemonte, Bruno Rivarossa, il presidente Coldiretti Alessandria e componente di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore cerealicolo, Mauro Bianco.
In Piemonte la superficie produttiva a grano tenero conta quasi 79 mila ettari, ovvero oltre il 13% del totale della superficie italiana, più di 11 mila aziende ed una produzione media di circa 4 milioni e mezzo di quintali, il 9% rispetto al dato italiano.
«Dall’estate del 2020 quando, con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, è partito il progetto di filiera Gran Piemonte i numeri sono cresciuti notevolmente e ad oggi, alla vigilia con l’autunno del sesto anno di semine, hanno aderito, nell’ultima campagna, oltre mille aziende su tutto il territorio, per una superficie di 9.800 ettari ed una produzione di 420 mila quintali, ovvero oltre al 12 % della superficie piemontese – ha affermato Mauro Bianco -. Negli anni, il progetto si è rivelato una valida opportunità per le aziende cerealicole che hanno potuto migliorare la loro prospettiva di reddito, grazie alle importanti premialità previste dai contratti rispetto alle quotazioni di borsa, ed anche una garanzia di sicurezza e tracciabilità a fronte delle importazioni di grano tenero dall’estero che non rispetta i nostri standard qualitativi».
Il progetto Gran Piemonte, grazie alla pluralità di contrattualistiche vuole offrire la possibilità della coltivazione del frumento tenero a tutte le aziende agricole, analizzando attentamente le potenzialità aziendali e le caratteristiche tecniche del territorio di coltivazione. In questo modo aumenteranno le quantità di prodotto che verrà trasformato dalle industrie nazionali per prodotti da forno 100% Made in Piemonte.
«Le manovre speculative sui prodotti alimentari sono sotto gli occhi di tutti. È evidente ancora una volta quanto sia fondamentale ridurre sensibilmente la dipendenza dall’estero e badare alla sovranità alimentare scegliendo la via dei progetti di filiera – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. In particolare, dall’estero vengono importate in Italia oltre 12 milioni di quintali di varietà di grano tenero che vengono impiegate dall’industria dolciaria per la produzione di panettoni, biscotti, grissini, pane in cassetta e vari prodotti da forno. Facciamo appello proprio a quell’agroindustria piemontese che utilizza frumento tenero straniero per ribadire che l’obiettivo prioritario deve essere quello di valorizzare al meglio le produzioni locali, frutto di selezioni e controlli produttivi lungo la filiera che, al contrario, non esistono sul grano importato. E’ preoccupante che ben 7 milioni di quintali di grano tenero dall’estero finisca in Piemonte e diventi cibo consumato in gran parte da bambini ed adolescenti. Per questo ci sono margini di crescita ulteriori del progetto Gran Piemonte al fine di rilanciare il comparto cerealicolo piemontese e fronteggiare le importazioni selvagge a tutela della nostra società».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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