(Adnkronos) - "La crisi dell'economia tedesca, le guerre in Ucraina e in Medioriente, le stringenti regole europee e le tensioni commerciali internazionali pesano sull'economia del Trentino, dove le imprese fanno sempre più fatica a crescere, ma piuttosto che arrendersi, reagiscono lanciando un nuovo modello operativo che mette la produttività al servizio della comunità. Gli ideatori lo chiamano 'modello Trentino' e, assicurano, "è vincente e può fare scuola". Ad illustrare il quadro all'Adnkronos è il presidente di Confindustria Trento, Lorenzo Delladio.
"Lo stato di salute dell'economia trentina -premette Delladio- non è buonissimo, ma noi non disperiamo". Del resto, "viviamo un momento delicato, che purtroppo si trascina da tempo: dalla crisi tedesca, alle guerre in Ucraina e Medioriente, ai dazi di Trump, ogni volta si pensava che fosse una cosa passeggera, e invece le difficoltà si stanno prolungando". Sembra banale dirlo, ma "i periodi negativi non sono belli per chi fa impresa perché creano instabilità, insicurezza. L'imprenditore non può programmare, non può andare avanti con gli investimenti, non può assumere, e se lo fa, lo fa con titubanza. Davvero, non è facile".
I settori che portano avanti il Trentino, "almeno in questo momento, sono la meccanica, il vitivinicolo, la cartiera e anche la moda". Quelli che soffrono di più sono invece quelli legati "all'automotive, che arrivano da due anni di crisi tedesca; abbiamo diverse aziende, di piccole e grandi dimensioni, che lavorano per grosse fabbriche tedesche, dunque andando in crisi le fabbriche tedesche anche l'indotto trentino è andato in crisi e questo ha creato un grosso problema". Tra le altre aziende più in difficoltà "c'è sicuramente l'agroalimentare, soprattutto per via dei dazi. Ad essere penalizzate, sono soprattutto le aziende che esportano tanto negli Stati Uniti, dove la quota di mercato è alta". In questo caso, "le aziende più piccole sono appena toccate dal problema e riescono a reagire meglio".
Per far fronte a questa situazione, Delladio sostiene la necessità di una Europa più unita e più unitaria: "Di sicuro oggi non è una unione, oppure non lo è ancora; lo abbiamo visto al tavolo delle trattative con Trump, ma lo vediamo anche all'interno della stessa Ue". Proprio all'ultima assemblea di Confindustria Trento il tema dell'Europa è stato al centro: "C'è bisogno di più unione e più forza, oltre che di più aiuti dall'Europa". Del resto, "l'Italia fa quello che può", ma "le nuove regole comunitarie non ci soddisfano integralmente". Da parte sua, tuttavia, "il Trentino si sta muovendo bene e sta dimostrando più vicinanza alle aziende", anche perché la regione gode di una condizione particolare, essendo a statuto speciale: "L'autonomia è certamente un vantaggio per le aziende, per la comunità intera e per tutto il territorio -afferma-. Noi la stiamo utilizzando al meglio e infatti stiamo ottenendo degli aiuti".
Più nel dettaglio, spiega Delladio, "stiamo collaborando con la politica per vari settori, tra cui Industria e Manifattura. Ma anche turismo e artigianato. Settori, insomma, che possano creare un valore aggiunto". Questo perché "i nove/decimi del valore rimangono in Trentino", nel senso che "i proventi delle nostre tasse vengono reinvestiti dalla politica nella socialità, nell'industria, negli aiuti alla popolazione e al territorio". Un sistema che "si potrebbe definire 'modello Trentino', che può fare scuola". Oggi, "tanti ci guardano con invidia, ma ci sono anche tanti che nutrono una vera e propria ammirazione. Segno che il 'modello Trentino' è un modello vincente". Ora resta solo provare ad esportarlo.
Guardando al futuro, Delladio è convinto che "il Trentino sarà sempre più a trazione industriale", anche se il turismo potrebbe riservare qualche bella sorpresa: "Il prossimo anno ci saranno le Olimpiadi invernali, è molto probabile che ci sarà una onda lunga". Quindi "il futuro io lo vedo positivamente", dice. E poi, "io sono un imprenditore di montagna; il mio obiettivo è stato e sarà quello di avvicinare e di facilitare l'industria di montagna nei confronti dell'industria di pianura, il cosiddetto 'asse dell'Adige'". Soprattutto, "vorrei rendere il Trentino industriale più attrattivo, perché è vero che ci sono le montagne, il lago e la neve, ma non dobbiamo dimenticare che il 34% del Pil Trentino è rappresentato dall'industria e dal manifatturiero, che creano ricchezza per tutto il territorio".
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