(Adnkronos) - L’Artificial intelligence (Ai) entra nel mondo della cultura d’impresa non come semplice tecnologia, ma come strumento capace di scrivere un miglior racconto della memoria industriale italiana. Un laboratorio creativo dove il sapere produttivo si intreccia con l’identità dei territori, le storie delle comunità e il patrimonio del 'saper fare' che hanno reso l’Italia terra di eccellenze. Nel cuore di Parma, città simbolo di tradizione e innovazione, si svolge il seminario residenziale di Museimpresa, organizzato in collaborazione con Barilla: un momento di riflessione e confronto che riunisce oltre 150 musei e archivi d’impresa da tutta Italia. L’obiettivo guarda lontano: interrogarsi su come l’Ai possa diventare alleata nella valorizzazione del patrimonio industriale, offrendo nuove chiavi di lettura, connessioni inedite e linguaggi capaci di parlare alle generazioni future.
L’Ai, con la sua capacità di intrecciare dati, esperienze e visioni, apre scenari e diventa strumento di interpretazione, di racconto, di dialogo tra passato e futuro. In questo contesto, la cultura d’impresa si rinnova, si fa più inclusiva e partecipativa, e si propone come spazio vivo di memoria e innovazione. Il seminario si tiene oggi e domani in luoghi emblematici della cultura produttiva parmense: dallo Stabilimento Barilla all’Academia con la Biblioteca Gastronomica, da Alma scuola internazionale di cucina italiana al Teatro Regio, ai Musei del Cibo e Museo di Pennelli Cinghiale. Un itinerario diffuso che celebra la pluralità delle storie d’impresa e la ricchezza dei territori.
In occasione della plenaria di apertura - che si terrà presso il Teatro Regio - interverranno l’assessora ai Servizi educativi e transizione digitale del Comune di Parma Caterina Bonetti, il Direttore Marketing e Relazioni Esterne del Teatro Regio di Parma Dario Montrone, il direttore generale Unione parmense degli industriali Cesare Azzali, oltre al presidente di Museimpresa Antonio Calabrò.
Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa, afferma: “L’Ai non sostituisce la sapienza del fare: la valorizza e la amplifica. E' uno strumento culturale capace di tessere relazioni tra persone, documenti, immagini, prodotti e territori. Non cerchiamo nell’Ai l’effetto speciale, ma uno spazio condiviso di interpretazione, dove raccontare la storia industriale italiana – rigorosa, creativa, inclusiva – e trasformarla in capitale culturale e sociale con effetti rilevanti anche sulla crescita e la competitività delle imprese sui mercati internazionali. Custodire significa generare futuro: con l’Ai diamo nuova voce alla memoria, perché si trasformi in energia civile”.
“Il Gruppo Barilla esprime la propria soddisfazione nell’ospitare presso la propria sede di Parma il convegno che sarà arricchito dalle tante testimonianze delle aziende presenti con i Responsabili dei loro Musei e Archivi, tutti accomunati da un unico obiettivo: salvaguardare la memoria dell’industria italiana e valorizzarne la straordinaria capacità manifatturiera”, fanno sapere dal Gruppo Barilla.
“L’Archivio Storico Barilla, in particolare, ha il compito di raccogliere, conservare e valorizzare il materiale storico relativo ai quasi 150 anni di storia del Gruppo e dei suoi Marchi, anche attraverso nuove piattaforme digitali e tecnologiche, in modo semplice, come il sito web dedicato archiviostoricobarilla.com”.
Dopo i saluti introduttivi, l’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura del Politecnico di Milano - di cui Museimpresa supporta la ricerca – presenterà i risultati dell’indagine annuale rivolta alle istituzioni culturali in Italia che fotografa il grado di adozione degli strumenti di Ai generativa, gli ambiti di impiego e le principali barriere e condizioni abilitanti per un uso efficace. All’interno del campione di ricerca - costituito da musei, monumenti e aree archeologiche - è stato considerato anche un sottoinsieme di musei d’impresa, che i dati mostrano essere 'un passo avanti'. Su questo gruppo si osserva una maturità più elevata in termini di adozione della tecnologia e di avvio di progettualità strutturate, rispetto al campione complessivo: l’Ai è utilizzata dal 44% (contro il 30% del totale rilevato) e le iniziative già a regime raggiungono il 4% (contro l’1%), segnale di una maggiore capacità di trasformare la sperimentazione in pratica operativa.
A seguire una rassegna di casi studio mostrerà come l’Ai opera lungo l’intera filiera dell’heritage industriale: negli archivi accelera la catalogazione, arricchisce i metadati e fa emergere connessioni prima invisibili, nei musei attiva ricerca semantica e percorsi di visita più inclusivi e nelle collezioni tecnico-industriali consente letture trasversali di brevetti e processi. Elemento comune: dati curati, standard condivisi e trasparenza degli strumenti, condizioni che trasformano la memoria industriale in conoscenza pubblica.
Protagonisti di questa sessione, archivi e musei aziendali associati a Museimpresa: Heritage Lab Italgas e Fondazione Maire-Ets, Archivio Storico Nuovo Pignone, Archivio Colombo Industrie Tessili, Archivio Lanificio Fratelli Piacenza, Archivio Storico Sisal, Fondazione Ansaldo, Mumac-Museo della macchina per caffè di Cimbali Group, Museo dell’Assicurazione, Aipai-Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale e Associazione archivio storico Olivetti.
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