Louvre, il bottino del furto: rubati 8 gioielli, il valore è inestimabile
19/10/2025

(Adnkronos) - Sono otto i gioielli di "inestimabile valore" rubati questa mattina al Louvre nel colpo messo a segno da 4 ladri in appena 7 minuti oggi, 19 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Cultura di Parigi, mentre le Figaro ha elencato gli oggetti portati via dai banditi: si tratta di un diadema della parure della regina Maria Amalia e della regina Ortensia, di una collana della parure di zaffiri della regina Maria Amalia e della regina Ortensia, di orecchini della parure di zaffiri della regina Maria Amalia e della regina Ortensia, di una collana e di un paio di orecchini di smeraldi di Maria Luisa, una spilla detta “spilla reliquiario”, di un diadema e di una grande spilla da corsetto dell'imperatrice Eugenia. 

Si è 'salvata' dal furto spettacolare la corona dell'imperatrice Eugenia, portata via ma poi abbandonata dai banditi. La polizia l'ha ritrovata danneggiata ma non rotta nei pressi del museo parigino. E' un gioiello dal valore inestimabile, creato negli anni '50 del 1.800 per la famiglia Bonaparte: si tratta di una delle poche corone appartenute a un sovrano francese giunte fino a noi. 

Creata dal gioielliere Alexandre-Gabriel Lemonnier e presentata all'Esposizione Universale del 1855, nella corona, alta 13 cm e larga 15 cm, porta incastonati 1.354 diamanti e 56 smeraldi, il tutto sormontato da otto archi a forma di aquila, con base in oro cesellato, secondo la scheda dell'oggetto disponibile nel catalogo del Louvre. 

Realizzata per la moglie di Napoleone III, oltre a quella di Luigi XV, è l'unica altra corona di un sovrano francese ad essere stata conservata: quella di Napoleone III, creata nello stesso periodo, è andata perduta. Il Louvre ha acquisito il gioiello il 29 febbraio del 1988, con l'aiuto del collezionista d'arte Roberto Polo. Dopo essere stata di proprietà dell'imperatrice, la corona era stata lasciata in eredità alla principessa Maria Clotilde Bonaparte. Era esposta nella Galleria di Apollo, in una teca blindata, e rivela "lo sfarzo del Secondo Impero e la maestria dei gioiellieri dell'epoca". 

 

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