(Adnkronos) - Si riuniscono oggi, al quartier generale della Nato di Evere alla periferia nordorientale di Bruxelles, i 32 ministri della Difesa dei Paesi membri, per la ministeriale di ottobre. Sul tavolo dei ministri, ha spiegato lunedì a Lubiana nel corso dell'assemblea parlamentare il segretario generale Mark Rutte, la questione di "come rafforzare ulteriormente la nostra posizione di difesa e deterrenza, anche alla luce dei recenti incidenti".
Nelle ultime settimane si sono susseguite violazioni dello spazio aereo di diversi Paesi alleati come la Polonia, l'Estonia, la Danimarca e la Romania, ma anche in Germania, ad opera di aerei e droni, russi o di provenienza non accertata. Non è la prima volta che aerei e droni russi sconfinano nei cieli dei Paesi Nato e Ue, ma la violazione registrata in Polonia è stata senza precedenti per dimensioni, mentre quelle registrate in Danimarca, ripetute e impunite, hanno preceduto il Consiglio Europeo informale sotto la presidenza danese del Consiglio Ue.
In Danimarca, in particolare, neanche un drone è stato abbattuto, cosa che ha impedito, tra l'altro, di accertarne la provenienza. Copenhagen è stata costretta a chiedere aiuto ad altri Paesi per poter tenere il summit del Consiglio Europeo, e quello della Comunità Politica Europea, in sicurezza. Queste violazioni, e l'ìncapacità di alcuni Paesi di farvi fronte adeguatamente (come la Danimarca), sottolineano ancora di più l'urgenza di porre rimedio a decenni di tagli alla difesa.
All'Aja nel giugno scorso gli alleati Nato si sono dati, dietro la spinta decisiva di Donald Trump, l'obiettivo di aumentare la spesa nella difesa propriamente detta al 3,5% del Pil entro il 2035, più un altro 1,5% nella categoria più ampia di 'sicurezza'. Oggi i ministri, ha aggiunto Rutte, "discuteranno i piani per raggiungere il nuovo obiettivo di investimento nella difesa", cosa che richiede "piani credibili" per arrivarci.
I ministri parleranno anche degli sforzi per "aumentare la produzione di difesa". Tutto questo "contribuisce a garantire che restiamo pronti e in grado di difendere i nostri cittadini", ha detto Rutte.
Il programma della ministeriale è fitto e parte alle 7.30 di mattina, con gli arrivi dei ministri e il tradizionale doorstep del segretario generale alle 8, seguito alle 8.30 da dichiarazioni congiunte di Rutte e del segretario alla Guerra degli Usa, Pete Hegseth. La ministeriale propriamente detta, a porte chiuse, dovrebbe iniziare alle 9, seguita alle 12.30 da un Consiglio informale Nato-Ucraina. Intorno alle 14.15 Rutte dovrebbe tenere la conferenza stampa finale.
In seguito si riuniranno il gruppo di contatto Nato-Ucraina, intorno alle 15, seguito, verso le 17 da dichiarazioni congiunte del segretario generale e del ministro della Difesa ucraino, Denys Shmyhal. In seguito è prevista una conferenza stampa dello stesso Shmyhal, insieme al segretario britannico alla Difesa John Healey e al ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius.
Non è finita, perché in serata i ministri dei Paesi Ue si riuniranno all'Europa Building per una cena di lavoro del Consiglio Esteri Difesa, presieduto dall'Alta Rappresentante Kaja Kallas, che proprio lunedì è stata a Kiev, dove si è detta favorevole all'invio in Ucraina di missili a lungo raggio Tomahawk. In agenda una discussione sulla "prontezza nella difesa", il 'rebranding' del piano di riarmo ReArmEu, che ha subito una serie di variazioni lessicali da quando è stato lanciato, nel marzo scorso, da Ursula von der Leyen.
La giornata di lavori alla Nato sarà, come accade regolarmente dal febbraio 2022, concentrata anche sulla guerra in corso in Ucraina. La tregua imposta da Donald Trump nella Striscia di Gaza ha ravvivato le speranze che qualcosa di simile possa avvenire anche per il conflitto tra Ucraina e Russia, come ha detto lunedì Rutte: "Speriamo che questo si ripeta in Europa il prima possibile. Abbiamo ancora molto lavoro da fare in Europa, ma possiamo costruire su questo successo".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atteso a Washington, dove venerdì prossimo si vedrà se Trump riuscirà a bissare il successo che ha ottenuto nel Medio Oriente. Ma la Russia di Vladimir Putin ha un rapporto con gli Usa molto diverso da quello che con Washington ha Israele.
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