(Adnkronos) - E' in corso un dialogo con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per definire un possibile "mega-accordo" sui droni ad uso militare. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sottolineando in un'intervista al New York Post che l'intesa prevederebbe l'acquisto da parte degli Stati Uniti della tecnologia ucraina più avanzata, testata sul campo contro le forze russe, in cambio della fornitura a Kiev di nuove armi.
"I nostri ultimi colloqui con Trump si sono concentrati su un accordo che possa rafforzare la tecnologia aerea di entrambi i Paesi", ha spiegato Zelensky, sottolineando come i droni ucraini di ultima generazione abbiano dimostrato di poter penetrare le difese russe.
"Il popolo americano ha bisogno di questa tecnologia, e dovete averla nel vostro arsenale", ha dichiarato Zelensky, definendo i droni lo strumento chiave che ha permesso all'Ucraina di resistere per oltre tre anni all'invasione russa. "Saremo pronti a condividere questa esperienza con l'America e altri partner europei", ha aggiunto il presidente ucraino, confermando che colloqui sono in corso anche con Danimarca, Norvegia e Germania.
Gli Stati Uniti si stanno muovendo per poter far arrivare velocemente le armi all'Ucraina, nell'ambito del piano di Trump che prevede che l'Europa acquisti da Washington. Parlando con i giornalisti a Bruxelles, l'ambasciatore americano alla Nato, Matthew Whitaker, ha detto che "tutti ci stiamo muovendo di fretta per facilitare questo e completare questo, in modo che le cose possano veramente velocizzarsi".
"Ma non posso confermare una data in cui sarà completato" questo processo, ha poi aggiunto riguardo ai tempi in cui effettivamente le armi, che Paesi europei come Germania, Norvegia, Olanda, Danimarca e Svezia si sono dichiarate disponibili ad acquistare, effettivamente arriveranno a Kiev.
Riguardo ai Patriot, l'ambasciatore ha detto che "colloqui sono in corso" per stabilire se gli Usa venderanno sistemi già disponibili nei propri arsenali. "Noi non metteremo mai gli Stati Uniti in una posizione di svantaggio strategico e ci assicureremo di avere tutto quello di cui abbiamo bisogno", ha spiegato, riferendosi alla necessità di non sguarnire gli arsenali.
"Allo stesso tempo, penso che tutti ci rendiamo conto delle disperate necessità che l'Ucraina ha al momento sul campo di battaglia e per proteggere le loro città", ha poi aggiunto. Un'altra possibilità sarebbe che i Paesi europei invino subito i Patriot che già hanno e possano poi avere la priorità per acquistarne di nuovi dagli Usa.
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, si è detto fiducioso su un accordo tra Germania e Stati Uniti sulla fornitura di sistemi di difesa aerea Patriot all'Ucraina. Ma i tempi sono ancora incerti: "Devono anche essere trasportati e installati. Si tratta di una questione di giorni, forse di settimane", ha detto il cancelliere. Merz ha confermato che i ministri della Difesa dei due Paesi stanno negoziando i dettagli tecnici, in colloqui che ha definito “molto concreti”. Le dichiarazioni di Merz arrivano in seguito alla visita di lunedì scorso del ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, a Washington con il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth. I sistemi Patriot possono essere utilizzati per intercettare aerei nemici, missili balistici e missili da crociera. I bersagli possono essere colpiti a una distanza di circa 100 chilometri e a un'altitudine massima di 30 chilometri.
Intanto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha avvertito che l'eventuale utilizzo da parte dell'Ucraina di missili Taurus i tedeschi - o di loro modifiche camuffate - sarà considerato da Mosca come un coinvolgimento diretto della Germania nelle operazioni militari contro la Russia. "Di fatto, i militari tedeschi si troveranno direttamente coinvolti nella pianificazione e realizzazione di operazioni di combattimento contro il nostro Paese in caso di utilizzo dei suddetti Taurus o delle loro modifiche sotto altre denominazioni – non fa differenza – con tutte le conseguenze che ne derivano", ha dichiarato.
Zakharova ha aggiunto che l’impiego di sistemi d’arma a lungo raggio senza il supporto diretto di specialisti dei Paesi produttori "è semplicemente impossibile": "Parliamo di dati ricevuti dalla ricognizione satellitare della Nato, dell’inserimento dei compiti di volo, e così via". Ha poi avvertito che "i primi missili abbattuti dai nostri sistemi di difesa aerea permetteranno di stabilire rapidamente dove e come sono stati prodotti. E, cosa più importante, si potrà identificare con precisione il Paese d’origine".
Infine, ha ricordato le parole del presidente Vladimir Putin: “La Russia si ritiene legittimata a usare le proprie armi contro obiettivi militari nei Paesi che permetteranno l’uso delle loro armi contro la Russia”. In caso di ulteriore escalation, ha concluso Zakharova, "risponderemo in modo deciso e simmetrico".
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