(Adnkronos) - "La malattia oncologica è diventata cronica, la sopravvivenza è aumentata. Di conseguenza, la complessità richiede un nuovo modello di cura fatto di partenariati pubblico-privato che, raccogliendo dati, possano trovare le strategie corrette per la cura del paziente". Così Maria Teresa Montella, direttore generale dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano, intervenendo oggi all’evento 'Sound of science: il futuro della salute cambia musica' promosso da Novartis nel capoluogo lombardo. All'incontro, i protagonisti del sistema salute si sono confrontati sul valore della ricerca per il Paese e per i pazienti, ma anche sulla necessità stringente di potenziare la competitività dell’Europa e dell’Italia per garantire ai pazienti l’accesso alle nuove opzioni che nei prossimi anni saranno messe a disposizione dalla scienza.
Il nostro Paese è ricco di "bellissime menti", ma anche di "tante barriere organizzative". Inoltre, "pochi hanno capito che con la ricerca si risparmia perché - osserva Montella - con la ricerca si provano nuovi farmaci, si fa innovazione e sviluppo a beneficio dei pazienti e non solo. La ricerca - rimarca - potrebbe essere anche quello strumento che aiuta i pazienti a fare contenimento del rischio, prevenzione secondaria".
Certo, ci sono delle "difficoltà legate alla barriera della privacy, a una certa diffidenza sui nuovi modelli pubblico-privato, a una separazione dei flussi - evidenzia l'esperta - Se non mettiamo a sistema dati, forza lavoro, menti del pubblico, menti del privato, menti che abbiano voglia di migliorare i percorsi clinici, diventa molto difficile cambiare il paradigma di cura che è ancora troppo spostato sull’acuto, non pensando che i paziente di oggi hanno una patologia controllabile, hanno bisogno di sentirsi più cittadini che pazienti e hanno bisogno di una vita normale", conclude.
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