(Adnkronos) - Il ministero degli Esteri invita tutti gli italiani ancora presenti in Iran a registrarsi scrivendo all’indirizzo assistenza.iran@esteri.it, attivato dall’Unità di Crisi per facilitare i contatti in una situazione resa sempre più difficile dai problemi di comunicazione. "Le linee telefoniche locali cominciano ad avere problemi ed è complicato restare in contatto anche con la stessa ambasciata", spiega la Farnesina, che sottolinea l’importanza del canale email per raccogliere le richieste di assistenza, soprattutto da parte di chi si trova in zone con scarsa copertura o ha difficoltà a raggiungere direttamente le sedi consolari. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, viene assicurato, "segue con grande attenzione" l’evolversi dell’emergenza e il lavoro dell’Unità di Crisi.
Intanto, martedì un primo gruppo di connazionali è riuscito a lasciare Teheran con un convoglio organizzato dalla Farnesina. "È stato un viaggio molto complesso: dieci ore per raggiungere il confine con l’Azerbaigian, cinque ore di transito alla frontiera, tre ore per arrivare a Baku e infine il volo per Roma, dove sono arrivati ieri intorno alle 18", spiegano. Lo stesso percorso verrà replicato nei prossimi giorni per chi manifesterà interesse, anche se – avverte Nicola Minasi, capo dell'Unità di Crisi - il sistema email serve anche a capire se il calo delle richieste sia reale o solo il risultato delle difficoltà nei collegamenti.
Secondo le stime dell’Unità di Crisi, all’inizio dell’escalation in Iran si trovavano circa 450 italiani, in gran parte appartenenti a famiglie miste. "Molti di loro si sono messi al sicuro lasciando i centri abitati o si sono spostati autonomamente verso Paesi confinanti come Turchia, Azerbaigian e Armenia". Ancora presenti nel Paese sarebbero alcune decine di italiani in transito, e il ministero degli Esteri sta cercando di contattarli "per conoscere le loro intenzioni e capire se richiedono assistenza alla partenza". Tutte le operazioni, chiarisce la Farnesina, sono "partenze assistite" e non evacuazioni forzate: "La scelta di partire è individuale, anche con i rischi annessi agli spostamenti. Il nostro compito è fornire informazioni pratiche sulle vie di uscita, sui documenti necessari e, nel caso dell’Iran, comunicare alle autorità locali le generalità di chi lascia il Paese, per facilitare le procedure di frontiera".
Anche in Israele proseguono le operazioni di assistenza per i connazionali. "In circa 250 hanno contattato l’ambasciata a Tel Aviv e il consolato di Gerusalemme per ricevere indicazioni su come partire", fa sapere l’Unità di Crisi. La principale difficoltà resta la chiusura dello spazio aereo israeliano: "Gli unici voli disponibili sono in partenza da Paesi vicini, soprattutto Giordania ed Egitto, che però devono essere raggiunti via terra". Alcuni Paesi europei hanno messo a disposizione voli charter e anche l’Italia ha organizzato un collegamento diretto da Sharm el Sheik: "Il volo speciale partirà nella notte tra domenica e lunedì e atterrerà a Verona alle 4 del mattino. Sono disponibili 150 posti, e per ora hanno espresso interesse 146 persone".
I connazionali interessati a imbarcarsi sul charter da Sharm ricevono un formulario per confermare la propria adesione. "Il costo del volo è di 500 euro, comprensivo anche del trasferimento interno da Tel Aviv o Gerusalemme. Una volta acquistato il biglietto, non è rimborsabile", spiega il Ministero. Anche in questo caso, si tratta di una "partenza assistita" e non di un’evacuazione: "Molti stanno lasciando il Paese autonomamente. L’intervento della Farnesina rappresenta solo una facilitazione per chi ha chiesto aiuto alla rete diplomatica". (di Valerio Sarsini Novak)
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