Cuore Sinner, rimonta Paul e vola in finale agli Internazionali
16/05/2025

(Adnkronos) - Jannik Sinner vola in finale agli Internazionali d'Italia 2025. Oggi, venerdì 16 maggio, il tennista azzurro ha battuto lo statunitense Tommy Paul in tre set con il punteggio di 1-6, 6-0, 6-3 nella semifinale del Masters 1000 di Roma. Ora Sinner nell'ultimo atto del torneo, in programma domenica 18 maggio, affronterà Carlos Alcaraz, numero tre del mondo, che nel pomeriggio ha battuto Lorenzo Musetti. 

 

Chissà se Jannik Sinner ha ascoltato il concerto con cui Achille Lauro ha aperto la serata del Foro Italico. Lui che è giovane, ma di incosciente ha molto poco. Lui che ogni volta che può ripete che alla fine è "soltanto un normale ragazzo di 23 anni, che è bravo a giocare a tennis", quasi a volersi scansare da quei riflettori che inevitabilmente lo accompagnano. Ma quell'attenzione, in realtà, Jannik non sembra subirla. Anche se le aspettative, come è normale che sia quando in campo c'è il numero uno, sono sempre altissime, e nessuno perde occasione per ricordarglielo. E così mentre Carlos Alcaraz aspetta, Sinner entra in campo. Si prende il suo 'solito' applauso, si lascia andare a un sorriso. Forse questa è la serata giusta, per lasciarsi andare a un po' di incoscienza. 

A giudicare dai primi scambi, Tommy Paul ha guardato i due set con cui Sinner ha travolto il malcapitato Casper Ruud. L'americano detta il ritmo, prova ad alternare i suoi colpi e a far muovere l'azzuro, che è impreciso e va spesso fuori giri con il dritto. Le due palle break che Jannik concede a Paul in apertura sconvolgono il Centrale, forse abituato troppo bene. "Quindi anche il numero uno può sbagliare", sussurrano le tribune. Sinner difende la prima, cede alla seconda. L'azzurro sembra sulle gambe, fatica a trovare ritmo, sbaglia tanto. A un certo punto liscia la pallina. Semplicemente, non è in partita. Paul, che del mondo, è bene ricordarlo, è numero 12, riesce a ribaltare uno 0-30 e piazza il primo allungo del set. Forse sarà la mai nascosta fede laziale, o la voglia di rivincita dopo la semifinale persa dello scorso anno, ma Tommy a Roma sembra starci proprio bene. Lo statunitense firma un altro break e vola sul 5-0. In tribuna ci sono sguardi scioccati e increduli. Sinner sta facendo il Ruud, ma nessuno vuole crederci. E alla fine del primo set, vinto da Paul 6-1, ad avvolgere il Centrale c'è solo il silenzio. 

Sinner si ritrova sulle spalle il primo set perso dal suo ritorno, il primo momento-verità del 'nuovo' sé da affrontare. Si lascerà travolgere o si rialzerà alla 'vecchia' maniera? La risposta è nei primi tre game del secondo parziale. Il risveglio del numero uno passa attraverso rovesci lungolinea e ace. Al break che Jannik piazza in apertura, il Centrale tira fuori un urlo che, al Foro, non si sentiva dall'esordio contro Navone. Perché da quel momento la facilità con cui Sinner aveva superato ogni avversario aveva fatto passare quelle vittorie per normali, scontate. Dopotutto, è pur sempre il numero uno. Ma tre mesi senza partite sarebbero lunghi per chiunque. E per questo la reazione dell'azzurro sembra avere un valore e un significato diverso. Sinner continua a crescere, Paul si spaventa e inizia a sbagliare. Il suo completo lilla, l'ennesima scelta d'outfit discutibile di questi Internazionali, si vede a destra, sinistra, sottorete. Tommy prova a rispondere, a ritrovare quel ritmo che nel primo set era stato la chiave. Poi però alza lo sguardo verso il tabellone, legge 5-0 e scuote la testa. Sinner invece alza il 'pugnetto' e va a vincere il secondo parziale 6-0. 

All'inizio del terzo set, quelle facce contratte e preoccupate che si erano viste sulle tribune del Centrale non ci sono più. Sinner ha il vento dalla sua parte e la mente più libera. Le gambe vanno più veloci e la racchetta colpisce più forte. Il dritto lungolinea con cui Jannik si prende la prima palla break del parziale, al terzo game, strappa l'applauso del suo pubblico. Poi Paul fa il resto regalando il servizio con un doppio fallo. "Dai Tommy, te c'ha fatto crede", e il Centrale scoppia a ridere. Sinner però inizia a toccarsi la coscia destra, guarda verso il suo angolo, ora ha cambiato espressione. Il controbreak di Paul è figlio di quella preoccupazione, di muscoli stressati che tre set non erano più abituati a reggerli. Ma è un momento.  

Sinner ricomincia a muoversi meglio, scorre sulla linea di fondo e colpisce in lungolinea, rubando il servizio all'americano nel sesto game e tornando avanti. Il resto è un'attesa, nemmeno troppo lunga, per una festa che era già cominciata. Sinner chiude 6-3 e raggiunge Alcaraz in finale. Paul, invece, se ne va con in testa una frase che lui, amante del calcio, conosce bene: "Novanta minuti al Bernabeu sono molto lunghi". Oggi, per l'occasione, trasformata in "tre set, con Jannik Sinner, sono molto lunghi". E anche un po' incoscienti. (di Simone Cesarei) 

 

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