(Adnkronos) - "Fuori i sionisti dall'università" e "se non cambierà Intifada pure qua". Pro Pal irrompono oggi al Campus Einaudi di Torino, impedendo l'incontro sul 'diritto allo studio in contrasto all’antisemitismo in Università’, organizzato dall'Unione dei giovani ebrei.
Al Campus “si è consumato un attacco violento e premeditato alla libertà di espressione e ai valori fondamentali dell’università e della democrazia”, denunciano in una nota le associazioni firmatarie del Manifesto Nazionale per il Diritto allo Studio (Unione Giovani Ebrei d’Italia, Studenti per le Libertà, Studenti Liberali, Studenti per Israele) che avevano organizzato l’evento ’Per le Università Come Luogo di Democrazia e di Contrasto all’Antisemitismo’ e secondo cui l’incontro “è stato brutalmente sabotato, al grido dell’Intifada, da un gruppo organizzato di attivisti Pro-Palestina, che ha fatto irruzione nell’aula universitaria dove l’incontro si sarebbe dovuto tenere, con la volontà di impedire agli studenti ebrei, e a coloro che li sostengono, di parlare con insulti, minacce, sputi e aggressioni fisiche”.
“Alcuni promotori dell’iniziativa sono stati colpiti fisicamente, minacciati e denigrati. È stato anche sottratto un telefono cellulare, un gesto che dimostra la volontà non solo di intimidire, ma anche di cancellare le prove della violenza perpetrata - proseguono gli organizzatori - ogni tentativo di instaurare un dialogo è stato immediatamente soffocato da comportamenti violenti, che hanno trasformato uno spazio universitario fondato sulla libertà, in un luogo di intimidazione e repressione di diritti democratici, tramite la violenza perpetrata, che ha compromesso all’incolumità fisica degli studenti, dei relatori presenti, degli organizzatori e di coloro che volevano assistere pacificamente alla conferenza”.
“L’università non può e non deve diventare ostaggio della violenza esercitata da una minoranza incapace di confrontarsi in maniera democratica con idee diverse dalle proprie. Quando l’intimidazione prende il posto del confronto, si compromette la stessa essenza dello spazio accademico. Di fronte a simili episodi, il silenzio e l'indifferenza non sono neutralità: sono complicità”, concludono nella nota le associazioni firmatarie del Manifesto Nazionale per il Diritto allo Studio
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