Dfp, con scenario peggiore impatto dazi rischio Pil +0,5%
11/04/2025

(Adnkronos) - Via libera dell'Ufficio parlamentare di bilancio alle stime del Documento di economia e finanza. La presidente dell'Upb, Lilia Cavallari, ha comunicato oggi ai presidenti del Senato e della Camera dei deputati la validazione del quadro macroeconomico tendenziale (qmt) del Dpf presentato dal ministero dell’Economia al posto del Def. Per l'Upd il documento recepisce i rilevi trasmessi il 26 marzo scorso su una precedente versione. 

"Le previsioni sono validate assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del Pnrr e le ipotesi del Mef sul contesto internazionale. Quest’ultimo è tuttavia scosso da recentissimi eventi, che potrebbero avere un impatto significativo anche sull'economia italiana, al momento non ragionevolmente quantificabile. L’incertezza che caratterizza le previsioni è quindi straordinariamente elevata, i rischi sono nettamente orientati al ribasso", si sottolinea. 

In assenza di un'intesa sui dazi Usa l'impatto peggiorativo sul pil italiano sarebbe di un ulteriore decimale in meno nel 2025 e di -0,2 punti percentuali nel 2026, fermandosi quindi a +0,5% e a +0,6% dalle stime tendenziali del Dfp, rispettivamente +0,6% e +0,8%. Per gli anni a venire però il rischio maggiore verrebbe dalle tensioni sui mercati finanziari con un impatto eventuale di -0,3 punti percentuali il prossimo anno e -0,5 punti nel 2027, secondo quanto emerge dal Documento di economia e finanza, che elabora quattro simulazioni di impatto sul pil dello scenario tendenziale in quattro diversi scenari. 

In base al documento nello scenario caratterizzato da un rallentamento della domanda mondiale, il tasso di crescita del pil risulterebbe inferiore, rispetto al quadro macroeconomico di riferimento, di 0,1 punti percentuali nel 2025 e di 0,2 punti nel 2026. La successiva ripresa della domanda mondiale, che a fine 2027 la ricondurrebbe quasi ai volumi dello scenario di base, porterebbe l’incremento del pil a sopravanzare quello dello scenario di riferimento, con un’ulteriore accelerazione nel 2028. Un secondo scenario caratterizzato da un andamento dei tassi di cambio, con un euro più apprezzato nei confronti delle altre valute rispetto a quanto prefigurato nello scenario di riferimento, comporterebbe un tasso di crescita del prodotto inferiore di 0,1 punti percentuali dal 2026 in avanti.  

Nello scenario in cui si ipotizza un andamento meno favorevole per i prezzi dei beni energetici si assisterebbe a un tasso di crescita del pil inferiore, rispetto allo scenario di riferimento, di -0,2 punti percentuali nel 2026 e -0,1 punti nel 2027. Il successivo e ipotizzabile rientro dei prezzi energetici verso i livelli dello scenario di riferimento tenderebbe a innalzare nuovamente il tasso di crescita del pil. Infine, nel quarto scenario, con un’ipotesi di condizioni finanziarie dell’economia meno favorevoli, il ritmo di crescita del pil italiano risulterebbe attenuato, rispetto allo scenario macroeconomico tendenziale, in misura pari a 0,3 punti percentuali nel 2026, per poi portarsi a 0,5 punti e oltre a partire dal 2027. 

economia
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